Tocca alle donne salvare il calcio dall’esasperazione

Il movimento sta crescendo, l’augurio è che lo faccia su basi solide che consentano di trovare un buon equilibrio a livello nazionale

LETTERA:

SONO incappato quasi per caso nella partita della Nazionale femminile di calcio contro l’Australia. Stava finendo il primo tempo e devo dire che le azzurre non brillavano sul campo. Sarà stato anche per questo, e per il parziale che le vedeva sotto di un gol, che non ho cambiato canale e ho continuato a seguire la partita. Devo dire che alla fine mi sono divertito e i commenti a fine gara mi hanno stupito per compostezza e competenza. Una lezione di sport da queste ragazze. Simone, Milano

RISPOSTA:

BASTEREBBE viverla come una bella storia d’inizio estate, evitando di far scendere in campo i superesperti e zittendo quelli che “sì, brave. Ma in fin dei conti è una grande operazione simpatia, sempre di calcio femminile si sta parlando”. La vittoria delle Azzurre ai mondiali di calcio in Francia non ha bisogno di orpelli epici, né di superlativi. È risultata decisiva la determinazione di una squadra intera, in un clima competitivo sì, ma privo dell’esasperazione che ormai ha contaminato qualsiasi partita tra maschi. Vista la giornata e la fascia oraria in cui si è disputata la partita sarebbe ingiusto archiviare il dato di quasi tre milioni di telespettatori alla voce “fame di calcio”. È piuttosto il segnale che il movimento sta crescendo, l’augurio è che lo faccia su basi solide che consentano di trovare un buon equilibrio a livello nazionale, magari facendo tesoro degli errori commessi in campo maschile. Sarebbe un risultato pari alla conquista del mondiale. ivano.costa@ilgiorno.net