Diesel alla gogna. Un divieto e poche alternative

Di fatto ci viene chiesto un sacrificio

Milano, 1 ottobre 2018 - 

LETTERA

Ricorso quando, con l’avvento del filtro antiparticolato, sembrava che il motore diesel fosse diventato addirittura meno inquinante di quello a benzina. Ci fu un boom di vendite. Oggi è tornato nel mirino di divieti che progressivamente dovrebbero di fatto spingere i cittadini a non usare auto con motori a gasolio e vetture in generale e optare su modi alternativi di spostarsi. Fatta salva l’encomiabile finalità di tutelare la salute, mi sembra che con la situazione attuale del trasporto pubblico sia solo un atto che porterà solo a qualche multa. Gianni, Mila​no

RISPOSTA

Di fatto ci viene chiesto un sacrificio. Per il nostro bene, si dice. Perché ottomila morti premature causate ogni anno dall’inquinamento sono da considerarsi una “piaga”. E allora questo intervento tanto contestato, discusso e discutibile, sui diesel trova spiegazione. E questo è solo un primo passo se l’obiettivo è quello di far cambiare lo stile di vita agli italiani. Quanta efficacia avrà questa misura è presto per dirlo, così come è prematuro appellarsi al fatto che non ci sono alternative all’uso del veicolo “incriminato” perché il divieto è entrato in vigore, ma quanto è stato potenziato il servizio pubblico (con autobus green, chiaramente), quante sono le colonnine per la mobilità elettrica in città? In questo ambito siamo ancora a livello di promesse: si farà. Quando, questo non si sa. Quindi non resta che ingegnarsi a trovare alternative all’uso dei diesel che continuano ad essere i motori più prodotti a livello mondiale. ivano.costa@ilgiorno.net