Banche, crac e rimborsi: pagina da voltare

Dopo la soluzione tecnica accettata anche dall'Ue l'auspicio è che il rapporto di fiducia tra risparmiatori e istituti di credito non venga di nuovo messo in discussione

Milano, 14 aprile 2019

DOMANDA

Basta, non se ne può più. Capisco che chi è rimasto invischiato nei crac abbia il dente avvelenato, capisco che c’è la necessità di dimostrare che il sistema bancario resta affidabile, ma tutto questo parlare dei rimborsi ai risparmiatori truffati mi sembra solo un pretesto per giocarsi consensi quando rimane ancora sullo sfondo il dubbio che non proprio tutti i raggirati siano da considerarsi “soggetti deboli” ai quali sono stati fatti passare fischi per fiaschi. Nicola, Lodi

RISPOSTA

L’ha accettata anche l’Unione europea, va bene così. È una mediazione in un guazzabuglio nel quale sono destinati a restare sempre poco chiari tutti i ruoli di attori e comparse. Meglio chiudere il prima possibile questo capitolo dei truffati dai crac delle banche. L’indennizzo sarà pari al 30 per cento delle somme perdute per gli azionisti, mentre gli obbligazionisti riavranno il 95 per cento del capitale perso, con un occhio di riguardo per i risparmiatori “poveri” con un reddito sotto la soglia dei 35mila euro e un patrimonio immobiliare non superiore ai 100mila. Per loro rimborsi diretti, per gli altri un ulteriore controllo e verifica. Una soluzione tecnica che ha trovato l’accordo anche delle associazioni dei risparmiatori, ad eccezione di quelli di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. L’auspicio è che non si ripetano più situazioni del genere. Nonostante il periodo gli italiani mantengono sempre l’idea di “avere qualcosa in banca”, se viene meno anche questo rapporto di fiducia è un dramma.