Quanto vale l'industria dell'auto

L'auto elettrica è il futuro, ma la transizione deve avvenire gradualmente

LETTERA

Caro Direttore, l’auto elettrica è diventata la parola d’ordine degli ambientalisti e delle istituzioni. Ma in questo vortice di novità non sono sicuro che saranno solo vantaggi. Le vetture a batteria sono più semplici, ma costano di più. E le colonnine per ricaricarle ancora sono poche. Luigi, da ilgiorno.it

RISPOSTA

In questo periodo in cui si parla tanto di licenziamenti e di strategie per evitarli, vale la pena sottolineare un dato: solo in Lombardia ci sono 50.000 famiglie che vivono dello stipendio assicurato dall’industria dell’automotive. C’è chi produce componenti per le nuove tecnologie, ma la gran parte di queste mille aziende - tante sono quelle del settore in terra lombarda - lavora su motori tradizionali. La transizione ecologica è una strada segnata. Ma che questo avvenga in modo graduale è vitale. Non solo per l’industria ma per l’intero Paese. Dare a queste imprese il tempo di riconvertirsi è fondamentale sia per conservare posti di lavoro sia per garantirci una posizione in prima fila in un settore industriale strategico, che tutt’Europa ci invidia. Non ci sono linee di assemblaggio di automobili, ma sotto il cofano e negli abitacoli di fuoriserie e utilitarie prodotte in tutto il mondo ci sono pezzi progettati e costruiti qui. Non ci possiamo permettere di sprecare un patrimonio di conoscenze, di ricchezza e innovazione che da solo vale 20 miliardi all’anno. Compito della politica è di unire gli interventi sull’ambiente con la tutela dell’economia. sandro.neri@ilgiorno.net