Lo sgomento e la sicurezza

La tentata strage di ragazzini alle porte di Milano non ha sullo sfondo la disperazione di una banlieue europea

Milano, 22 marzo 2019 - Prima  di tutto un dato di cronaca: la tentata strage di ragazzini alle porte di Milano non ha sullo sfondo la disperazione di una banlieue europea e neanche l’ordinario degrado di certe periferie delle nostre grandi città. Ousseynou Sy, 47 anni, origini senegalesi e cittadinanza italiana, ha premeditato e organizzato il suo progetto terroristico a Crema, normalissimo spicchio della tranquilla provincia italiana. Quella dove l’autista dell’Autoguidovie che puntava a vendicare i migranti morti nel Mediterraneo aveva trovato lavoro, moglie (cremasca), cresciuto due figli - prima di separarsi - e costruito una normalità apparente, sufficiente a consentirgli di tenere nascosti anche i due precedenti penali accumulati nel frattempo.+

Nessun disagio conclamato, nessun segno di tendenze terroristiche. Difficile prevenire un’azione paurosa e orribile come quella sventata mercoledì sulla Paullese, la provinciale che Sy ha trasformato in uno scenario di guerra, incendiando il bus che intrappolava i 51 ragazzini che avrebbe dovuto trasportare a scuola. Quanto successo alle porte di Milano, date queste premesse, poteva avvenire ovunque. E ricorda una volta di più l’importanza del controllo del territorio e di una guardia che deve, giustamente, rimanere alta anche lontano dalle trincee del disagio sociale. La strage non è stata sventata da corpi speciali ma da uomini dello Stato che sanno fare il loro mestiere. In questo caso i carabinieri del posto. Il cui intervento risolutivo è stato il frutto dell’azione di cinque equipaggi di cinque reparti diversi. Forti del radicamento dell’Arma nel territorio.

Ed è così che Milano, ieri sorpresa, incredula e poi sconvolta dall’accaduto, combatte la minaccia terroristica. Nell’area che va dal cuore della metropoli alla cintura dell’hinterland e alla Brianza sono 400 le pattuglie dei carabinieri attive 24 ore su 24; 750 i militari dell’operazione Strade sicure, cui si aggiunge il lavoro di tutte le altre forze dell’ordine e dell’intelligence. Poi, sull’altro fronte, il lavoro dei Comuni e delle associazioni che operano nel settore dell’accoglienza. Sono 25.000 gli immigrati accolti in Lombardia, più del 14 per cento del totale italiano; 6.118 i richiedenti asilo ospitati nel Milanese: due su tre restano a Milano. Poi l’esercito dei clandestini, impossibile da censire. Il caso di Sy accende un faro su un nuovo problema: la rabbia che può covare negli insospettabili, trasformandoli in terroristi. L’auspicio è che la rete dei controlli e del presidio del territorio funzioni. E che funzionino altrettanto bene quelle misure che dovrebbero impedire, a chi ha precedenti per guida in stato di ebbrezza e per abusi su minori, di lavorare come autista di uno scuolabus.