Strage sfiorata. Sicurezza e controlli da indagare

A strage sfiorata sarebbe opportuno individuare quali sono i grandi interrogativi che ci consegna il bus bruciato a San Donato

Milano, 22 maroz 2019 - 

LETTERA 

Non do giudizi su quello che è successo a San Donato perché tanto ci penseranno i soliti commentatori peraltro già entrati in azione, ma credo che non vada sottovalutata - questa sì - la questione controlli e sicurezza. Qui stiamo parlando di un uomo che conduceva un bus pur con un precedente di patente sospesa per guida in stato di ebbrezza. Precedente che era riuscito a nascondere con una banale bugia. E mi chiedo come abbia potuto dissimulare così bene uno stato mentale che certo non doveva essere dei più sereni anche nei giorni precedenti. Nicola, Cremona

RISPOSTA

A strage sfiorata, più che schierarsi col partito del “pungo di ferro” o del “buonismo”, sarebbe opportuno individuare quali sono i grandi interrogativi che ci consegna il bus bruciato a San Donato. Ad agire uno straniero italiano ormai da tempo, a salvare i compagni con scaltrezza e intraprendenza un ragazzino nordafricano che ancora è tra “coloro che son sospesi”. Primo monito quindi: non generalizzare. Secondo e più importante, capire come sia stato possibile che il terrorista fai-da-te sia riuscito a covare e organizzare il suo piano basandolo su una banale bugia: mettersi in malattia per coprire la sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza. Quello dei controlli è il problema principale da indagare e risolvere. Perché questa strage sfiorata ha tante facce non solo quella dell’uomo cattivo. ivano.costa@ilgiorno.net