Anziani e alunni maltrattati, non solo telecamere

Ai genitori degli studenti, ai figli degli anziani ricoverati dico solo di vivere la scuola, di andare abitualmente nelle case di riposo

DOMANDA:

CARO DIRETTORE, ormai non passa giorno senza che si abbia notizia di una maestra molesta, di una assistente sanitaria particolarmente dura con gli anziani. Che cosa sta succedendo nelle nostre scuole o nelle case di riposo, dove i nostri anziani vivono i loro ultimi anni? È urgente prendere provvedimenti in grado di prevenire il fenomeno. Perché accorgersi dei maltrattamenti solo a posteriori è necessario, ma non sufficiente. Marina G., Milano

RISPOSTA:

IN QUESTE ORE, dopo gli ultimi episodi davvero agghiaccianti venuti alla luce, si parla molto della necessità di installare telecamere nelle aule frequentate dagli alunni e negli ambienti vissuti dai nostri anziani. Non sono contrario, anzi penso possano contribuire a tenere sotto controllo la situazione. Penso anche, tuttavia, che questo non basti. E mi illudo che la scuola e le residenze per anziani siano ancora luoghi aperti per definizione, luoghi che è possibile frequentare e vivere appieno. Ai genitori degli studenti, ai figli degli anziani ricoverati dico solo di vivere la scuola, di andare abitualmente nelle case di riposo. Così sarà molto più facile intercettare cambiamenti anomali, percepire l’umore degli ospiti, rendersi conto per tempo del fatto che qualcosa non va. E intervenire con la massima rapidità. sandro.neri@ilgiorno.net