Moro e il "Giorno", riflessioni preziose senza censure

Il "Giorno" pubblicò, in prima pagina il 22 febbraio 1978, un articolo di Aldo Moro dal titolo “La responsabilità verso il Paese”. Una lunga riflessione sul ruolo della Dc di fronte alla crisi di quei mesi

Milano, 19 marzo 2018 - 

DOMANDA:

Caro direttore, Aldo Moro mi è capitato di incontrarlo spesso, in quanto abitavo, dal 1976, nel suo stesso condominio, in via del Forte Trionfale. Tra le “notizie” diffuse nella ricostruzione della tragica vicenda, firmata su “La 7” da Andrea Purgatori, la presunta decisione di Gaetano Afeltra di non stampare su “Il Giorno”, che allora dirigeva, un editoriale, vergato da Moro, qualche giorno prima del sanguinoso blitz dei brigatisti in via Fani. All’epoca ero un giovane cronista, nella redazione romana. E ricordo quanto Afeltra fosse orgoglioso della collaborazione di Moro. Mi sembra molto difficile, dunque, che l’articolo non sia stato pubblicato. Pietro Mancini

 

RISPOSTA:

Non si sbaglia affatto, perché, come risulta dalle nostre ricerche d’archivio, in effetti il «Giorno» pubblicò, in prima pagina il 22 febbraio 1978, un articolo di Aldo Moro dal titolo “La responsabilità verso il Paese”. Una lunga riflessione sul ruolo della Dc di fronte alla crisi di quei mesi, ma anche sul progetto politico che vedeva Moro impegnato in prima persona: il cosiddetto «compromesso storico». «Io sono perfettamente consapevole» scriveva Moro «che è in discussione il possibile ruolo egemone del Partito Comunista o, se si vuole, la capacità contrattuale, la tenuta della Democrazia Cristiana, la quale è cosa che non dovrebbe interessare noi soli, ma anche altri». E, più sotto: «Vogliamo compiere intero il nostro dovere, preoccupati come siamo, contrariamente a quel che si va dicendo, del Paese prima che del partito». Di fianco al lungo intervento, un titolo sui sindacati convocati da Andreotti; sotto, la notizia di una bomba a Venezia. Quella di Aldo Moro era la più illustre delle collaborazioni attivate dall’allora direttore del «Giorno» Gaetano Afeltra, che avrebbe presto affiancato allo statista le firme, fra gli altri, di Lelio Basso e Giuseppe Saragat. sandro.neri@ilgiorno.net