Al caldo per nostre scelte

Non è stato fatto tutto ciò che si poteva fare, a cominciare dalla riduzione dei gas serra e da quanto fissato dall’Accordo di Parigi

DOMANDA:

OGNI ANNO che passa, la temperatura d’estate aumenta. Fa troppo caldo, le città diventano una trappola. Mi chiedo cosa sarà, se questo tempo persiste, a metà mese quando all’afa si aggiungerà anche la necessità di allungare gli spostamenti per fare la spesa a seguito delle chiusure estive. Credo che ormai non ci resti che rassegnarci a una vita in ambienti con aria condizionata perché anche chi è al mare con la percezione di una temperatura a 40° non è un buon vivere. Giacomo, Mantova

RISPOSTA:

ORA PARLIAMO del gran caldo, poi sarà la volta del rischio bombe d’acqua, della conta degli eventuali danni per allagamenti e frane. Il copione estivo è perfettamente rispettato. Peccato che a solleone passato passerà anche la voglia di far qualcosa perché questo clima non diventi sempre più simile a quello dei Caraibi. Ci si dimenticherà di quanto si è sofferto, si scorderanno i dati allarmanti sulla temperatura in costante ascesa e si lascerà spazio alle giustificazioni: si è fatto quanto si poteva per tutelare il clima e impedirne il peggioramento, alcuni cambiamenti non si possono evitare e, poi, in fin dei conti non ci sono rischi immediati. In realtà non è esattamente così. Non è stato fatto tutto ciò che si poteva fare, a cominciare dalla riduzione dei gas serra e da quanto fissato dall’Accordo di Parigi. Quindi o si cambiano priorità e si punta sulla soluzione dei problemi climatici oppure si soffre, possibilmente in silenzio perché col caldo basta niente per essere infastiditi. ivano.costa@ilgiorno.net