Disastro Covid: in Lombardia la cig di un anno bruciata in due mesi

Ad aprile e maggio 295 milioni di ore di cassa integrazione. Crolla il lavoro: 3mila occupati in meno

Alessandro Scarabelli è il direttore generale di Assolombarda

Alessandro Scarabelli è il direttore generale di Assolombarda

Milano, 8 luglio 2020 - La pandemia ha colpito duro in Lombardia, dove ad aprile e maggio sono state autorizzate 295 milioni di ore di cassa integrazione: il 95% di quelle dell’intero 2010, anno di picco della crisi partita nel 2008. E alcuni territori sono più in difficoltà di altri: secondo un report di Assolombarda sono 117 milioni le ore totali di cassa integrazione richieste ad aprile e maggio nelle province di Milano, Monza Brianza e Lodi per far fronte all’emergenza Covid-19. "Un dato preoccupante che mostra come i territori di Milano, Monza Brianza e Lodi siano stati tra i più colpiti in Lombardia dal Covid e dal lockdown, con pesanti ripercussioni su produzione e occupazione - afferma Alessandro Scarabelli, direttore generale di Assolombarda - L’attuale situazione del mercato del lavoro è certamente influenzata dal blocco dei licenziamenti e dall’attivazione degli ammortizzatori sociali, ma si tratta di soluzioni di emergenza che non possono durare a lungo. Servono misure che producano crescita e che rilancino la domanda interna, che attualmente è ancora ferma, investendo nella ripresa del sistema produttivo, quale elemento necessario per un rilancio dell’occupazione e dei consumi".

Assolombarda , insieme a Cgil, Cisl e Uil di Milano, hanno da tempo attivato sul tema dell’occupazione un monitoraggio che, realizzato dai rispettivi Centri Studi con cadenza annuale, raccoglie i dati sul mercato del lavoro e analizza la realtà economico-produttiva del territorio, attraverso l’Osservatorio "Il Lavoro a Milano". Il perdurare della situazione di gravità emerge chiaramente anche dai dati su occupazione e assunzioni. In Lombardia tra gennaio e marzo si rileva una diminuzione di 3mila occupati, indotta da un calo degli occupati indipendenti (-35 mila), cui si contrappone un aumento dei dipendenti (+32 mila). In riferimento alle assunzioni complessive in Italia attivate dai datori di lavoro privati, i dati riferiti ai primi tre mesi del 2020 dimostrano che l’impatto è soprattutto sulle assunzioni con contratti di lavoro a tempo determinato (-25,2%), che trascinano il calo complessivo (-24,2%). Crollano anche le trasformazioni da tempo determinato: -26,2% rispetto al primo trimestre 2019. «Già negli ultimi mesi del 2019 – spiegano i segretari di Cgil, Cisl e Uil di Milano, Massimo Bonini, Carlo Gerla e Danilo Margaritella - anche nel milanese avevamo rilevato delle criticità sul mercato del lavoro e sull’andamento economico, ma la pandemia ha cambiato nettamente in peggio gli scenari. Oggi ci sono migliaia di persone senza lavoro, con un impiego precario o ancora in attesa della cassa integrazione. Per molti lavoratori e per diversi settori il futuro si presenta pieno di incertezze".