Scariolo, un coach d’oro "L’atteggiamento è giusto"

Il tecnico: "C’è ancora molto da fare, siamo indietro nella preparazione. Ma in questi due giorni, quando siamo andati sotto, non abbiamo tremato"

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di Alessandro Gallo

Sergio Scariolo, sempre lui. Prima con la Spagna con il poker d’oro all’Europeo, poi con la Virtus con la quale, a distanza di dodici mesi, bissa il successo in Supercoppa. Un 22, in questo trofeo, che entra di diritto nella storia del club: dopo aver vinto la prima edizione, nel 1995, la Virtus era sempre stata scottata. Con Scariolo la musica è diversa anche se è proprio don Sergio a non illudersi né a illudere troppo. Perché sa che la sua squadra, che ha cambiato diversi elementi – e ieri ne aveva addirittura cinque fuori, come mercoledì – deve ancora trovare un’identità precisa.

Nell’attesa, però, parte con il piede giusto.

"E’ il primo trofeo ufficiale – attacca Scariolo – di fatto è solo la fine del precampionato. Domenica si comincerà a fare sul serio, poi ci sarà l’Eurolega".

Analizza il momento, senza fare sconti. "Con cinque ragazzi fuori e molti appena tornati dall’Eurobasket le difficoltà. La nostra, come quella delle nostre rivali, è stata una preparazione con gli spilli. Lo si è visto quando in campo avevamo 3-4 ragazzi nuovi. C’è molto da fare".

Bastone e carota, per Sergio che con questo metodo – in fondo la sua Spagna non era favorita per il successo nell’Europeo – ha costruito i suoi trionfi da ct. Dopo aver analizzato i punti deboli, e da migliorare, si sofferma su quello che gli è piaciuto in questa due giorni bresciana.

"Ho visto l’atteggiamento giusto – ammette –. Sia con Milano sia con Sassari siamo andati sotto, ma non ci siamo fatti spaventare. Forse in alcuni frangenti siamo stati fin troppo prudenti. Ma alla fine è andata bene, soprattutto perché, dopo il secondo quarto, abbiamo cominciato a difendere con lo spirito e la faccia giusta. E così abbiamo portato il trofeo a casa".

Felice anche Alessandro Pajola, che ha ricevuto il premio come assist-man: allenarsi tutti i giorni con Teodosic vale come una laurea. "Abbiamo sofferto, ci mancano ancora molti pezzi. La coppa ci deve dare una spinta positiva, perché ci aspetta una lunga stagione".

Sulla stessa lunghezza d’onda Jordan Mickey. "E’ bello – dice –. Ogni partita con un palio un trofeo è bella. E noi siamo qui per vincere ogni singola gara. La squadra ha fiducia in me, l’allenatore pure. Sono contento".

Chiusura con l’ad Luca Baraldi. "Un primo premio per chi ha lavorato bene fino ad ore. Speriamo che quest’anno confermi che questa coppa può portare bene per i primi obiettivi nelle competizioni che giocheremo. In due puntiamo alla vittoria".