Timken, trovato l’accordo. Ma Pasta Zara chiude

Brescia, per una vertenza che si avvia a una soluzione positiva se ne apre subito un’altra: ottanta posti di lavoro a rischio a Rovato

Un’assemblea dei lavoratori Timken che hanno presidato l’azienda per settimane

Un’assemblea dei lavoratori Timken che hanno presidato l’azienda per settimane

Rovato (Brescia) Lavoratori che piangono e lavoratori che tirano un sospiro di sollievo. Accade a Brescia dove se sono stati trovati degli accordi per i 130 dipendenti della multinazionale Timken con sede a Villa Carcina, a Rovato un’ottantina di famiglie piangono poiché sono a rischio altrettanti posti di lavoro, dato che nei giorni scorsi la proprietà di Pasta Zara ha confermato che entro fine anno chiuderà lo stabilimento di produzione di Rovato. "La direzione aziendale – conferma una nota sindacale delle scorse ore diramata dalla Flai Cgil – ha comunicato la decisione irrevocabile di cessare l’attività nello stabilimento Pasta Zara 3 di Rovato". L’azienda nelle scorse ore ha convocato d’urgenza i rappresentanti sindacali.

«Nelle scorse ore anticipando un incontro che avrebbe dovuto svolgersi oggi ci hanno comunicato che chiuderanno molto presto. La decisione non è accettabile - spiegano dalla Flai Cgil - i lavoratori hanno già pagato molto in termini economici e sacrifici lavorativi. Nel piano concordatario c’erano una serie di progetti di investimento che coinvolgevano anche lo stabilimento Pasta Zara tre. Nulla si è fatto, se non tagliare, fare cassa integrazione e un po’ alla volta incentivare all’esodo. Da tre anni, tra l’altro, il premio aziendale è stato cancellato, con un danno per tutti oscillante tra i 1.800 e 2mila euro annui. Questo provvedimento è stato disposto principalmente su Pasta Zara tre. I lavoratori hanno accettato nell’ottica di un futuro e del rilancio dell’economia di scala per potersi rimettere in pista. Nel giro di quattro anni si è passati da 124 dipendenti agli attuali 81. Non sono nemmeno stati fatti investimenti sui macchinari e le nuove linee. Essere competitivi è impossibile, tenuto conto anche dell’aumento delle materie prima. Ciò non giustifica che non sia stato fatto nulla per competere davvero. Il risultato è la chiusura". Le Rsu aziendali e le sigle sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione. "Ci riserviamo - rimarcano i rappresentanti dei lavoratori - di decidere il da farsi dopo l’incontro di oggi".

Il rischio di chiusura per lo stabilimento Pasta Zara non è nuovo. Anche nel 2011 vi fu un duro faccia a faccia tra azienda e maestranze. "La proprietà incontrerà i sindacati oggi nella sede di Confindustria a Padova – specifica la Fai Cisl-. Un epilogo, quello di Pasta Zara a Rovato, determinato dalla grave crisi del gruppo industriale trevigiano al quale non è servita la cessione nel 2018 del suo più grande stabilimento alla Barilla e nemmeno l’apertura di una linea di credito di 25 milioni di euro ottenuta lo scorso mese di agosto". 

Possono stare più tranquilli, dopo settimane di sciopero e presidio permanente, i circa 120 dipendenti della Timken di Villa Carcina per cui sono stati siglati due diversi accordi. "Il primo è un accordo istituzionale tra rappresentanze sindacali, azienda, Regione Lombardia e Confindustria Brescia che definisce l’impegno concreto di tutte le parti, a salvaguardare tutti i posti di lavoro in primis perseguendo la reindustrializzazione del sito sulla base delle manifestazioni di interesse già concretizzatesi e l’ulteriore coinvolgimento delle Istituzioni del territorio, ovvero Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Trompia e Comune di Villa Carcina – dice la Fiom Cgil - affinché mantengano l’attuale destinazione d’uso del sito ed agevolino l’avvio di nuove attività industriali sul sito medesimo. Il secondo accordo, intervenuto tra rappresentanze sindacali e azienda, prevede le azioni da intraprendere per la gestione dell’occupazione, tra cui il ricorso alla Cigs per 12 mesi quale strumento di transizione per perseguire l’obiettivo della reindustrializzazione".