Timken, Confindustria con gli operai: "Il Bresciano saprà ricollocarli"

Il vicepresidente della sezione territoriale degli industriali non mostra incertezze: "Possono essere assorbiti dalle aziende del manifatturiero in Valtrompia"

I dipendenti davanti all’azienda

I dipendenti davanti all’azienda

Brescia - Giorni di preoccupazione e speranza per i 106 lavoratori della Timken di Villa Carcina dopo la presa di posizione di Confindustria Brescia e dopo che la multinazionale americana ha fatto sapere di avere assunto una posizione di apertura verso la rappresentanza degli imprenditori bresciani e verso i loro obiettivi: ricollocare i lavoratori e trovare un acquirente per il sito. Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega alle relazioni industriali e welfare, è convinto che il Bresciano risponderà alle esigenze delle maestranze e non solamente.

Quale è la tipologia delle industrie che assorbirebbero i lavoratori? "Per quanto riguarda gli operai soprattutto aziende del territorio della Valtrompia, impegnate in ambito manifatturiero e interessate da un momento storico in cui sono alla forte ricerca di personale, in particolare con competenze nell’ambito della meccanica". 

C’è già il nome di qualche azienda pronta ad assumere? "Al momento abbiamo una ventina di aziende che si sono espresse manifestando interesse, anche se i nomi non è possibile comunicarli. Ad oggi nove lavoratori sono stati già ricollocati e sono in corso altri cinquantaquattro colloqui".

Potenzialmente quanti addetti potrebbero essere ricollocati? Operai e impiegati? Sempre in Valtrompia o nel resto del bresciano e in Lombardia? "L’obiettivo, ovviamente, è ricollocarli tutti, anche se è chiaro che i profili sono molto differenti tra loro e quindi ci saranno modalità di approccio diverse. In questa prima fase, anche per la congiuntura storica che viviamo, gli operai specializzati sono i più richiesti".

In quali tempi e con quali modalità? "Come dicevo, per alcuni profili i tempi saranno brevi, in particolare per gli operai specializzati, come dimostra il fatto che nove addetti sono già stati ricollocati. Per altri servirà più tempo, anche in relazione alle richieste del mercato". 

Ci saranno corsi aggiornamento? "Certamente. La Regione Lombardia, con cui abbiamo rapporti molto stretti, sta spingendo in questa direzione, impegnando importanti risorse anche nell’ottica del progetto presentato la settimana scorsa e intitolato “Formare per assumere“".

Saranno assunti sia uomini sia donne? "Non ci saranno in questo senso differenze di genere, ma di competenze". 

Chi potrebbe acquisire l’impianto? Nel tale caso si mangerebbero i posti di lavoro? "Gli interessi mostrati sono sin qui generici, con percorsi ancora tutti da costruire. Chiaramente un interlocutore che dovesse arrivare sino in fondo all’operazione potrebbe assorbire una parte dei posti di lavoro. Ma ripeto, in questo momento è ancora un discorso prematuro".