Cedral Tassoni, i segreti della storica azienda di Salò entrata nel mito con la cedrata

L'azienda Cadral Tassoni ha da poco raggiunto i 225 anni di vita. Forte legame con la trazione e innovazione convivono nell'azienda sulla sponda bresciana del Lago di Garda

Tassoni

Tassoni.

Salò (Brescia), 22 ottobre 2018 - «Innovare è fondamentale, ma bisogna stare molto attenti. Questa azienda è un gioiello, un filamento lavorato con la filigrana». Elio Accardo dal 2014 è l’amministratore delegato di Cedral Tassoni e questa è la sua risposta ad una domanda: come si fa innovazione in un’azienda familiare di 225 anni che lega la sua storia alla tradizione di distillare infusi idroalcolici ricavati dal cedro? Benvenuti alla Cedral Tassoni, sponda bresciana del Lago di Garda, una vecchia spezieria di Salò diventata un simbolo delle bevande gassate in mezzo ai colossi. Tassoni. Quella dello spot televisivo intramontabile mandato in onda ogni estate dagli anni ’70, quella della bottiglietta con il vetro a buccia d’agrume. Qui ogni giorno vengono prodotte 200mila bottigliette della cedrata nata nel 1956. «Ci rinnoviamo nei macchinari, nella parte commerciale o logistica, ma senza andare a toccare la vera ricchezza di questa azienda – racconta Accardo – Ci sono dei punti fermi sui quali è impensabile intervenire. I cedri, ad esempio, saranno sempre quelli della migliore qualità, la Diamante della Calabria. Così come è indispensabile che la lavorazione delle materie prime sia fatta tutta in casa».

Nella fabbrica di Salò negli ultimi mesi è arrivata anche l’innovazione di Industria 4.0 con macchine nuove per migliorare l’efficienza produttiva: «Avevamo la necessità di intervenire su alcuni macchinari della produzione dopo aver rivisto, a partire dal 2014, sia la parte commerciale che quella logistica – aggiunge Accardo – E abbiamo approfittato dei benefici del piano Industria 4.0 su iperammortamento e superammortamento. Con un primo investimento da 800mila euro abbiamo inserito macchine che si occupano di tutta la fase di controllo qualità e di packaging in maniera completamente interconnessa. A fine 2019 ci sarà un altro investimento, questa volta da 2 milioni di euro, per un depallettizzatore (la prima macchina sulla quale vengono messe le bottigliette vuote), un’imbottigliatrice e una sciacquatrice». Tutto il resto, a partire dalla formula segreta con la quale dal 1956 viene prodotta la cedrata, non si tocca.

«La lavorazione è molto artigianale ed effettuata interamente qui a Salò – spiega l’amministratore delegato – I cedri vengono verificati uno ad uno. E non dico per dire. Utilizziamo le bucce che vengono messe in infusione: le basi per i prodotti sono realizzate alle 4 del mattino. Abbiamo visto che concentrare tutti i processi in un giorno migliora la qualità finale del prodotto». Nel 2017 il fatturato ha raggiunto i 9,7 milioni attraverso i canali della grande distribuzione e del settore horeca. «Alla fine del 2018 il fatturato crescerà – puntualizza – anche se l’estate 2018 non è stata positiva per il clima con un calo nel mercato delle bibite analcoliche gassate del 4%».

Elio Accardo, oltre ad aver rivisto sia la parte commerciale che logistica, ha portato la diversificazione dei prodotti. Prima del 2014 si produceva sostanzialmente solo cedrata: «Non scimmiottiamo altri prodotti già presenti, ma creiamo nuovi mercati – spiega – Questi prodotti adesso hanno raggiunto il 10% dei ricavi aziendali». A partire dal 2014 l’offerta delle bibite si è ampliata con l’introduzione della Tonica Superfine, con aroma naturale di quassio e l’aroma naturale di cedro, nel 2016 con Fior di Sambuco, nel 2017 con Mirto in Fiore, e nel 2018 ecco Pescamara, bevanda ispirata ad un’antica ricetta piemontese. E l’export? Nell’anno in corso cresce del 24% e le soddisfazioni arrivano soprattutto da Usa ed Asia. Alla fine dell’anno, la quota del fatturato realizzato all’estero arriverà al 4-5%: «Cresciamo ma a piccoli passi – spiega Elio Accardo – Non ci facciamo prendere da facili entusiasmi, per entrare su nuovi mercati cerchiamo gli interlocutori giusti che possano garantire continuità nel tempo. Al momento il fatturato non ci consente di aprire dei nostri uffici all’estero».

L'equilibrio tra tradizione e rinnovamento si gioca anche nella comunicazione del prodotto. Lo spot che va in onda dagli anni ’70 rientra nella lista delle cose intoccabili. «Perderemmo tantissimi clienti se lo cambiamo. Le persone ci scrivono per dirci quanto sono affezionate a quello spot». Allo stesso tempo, però, Tassoni ha lavorato per rivolgersi ai Millenials con un forte impegno sui social network e la partecipazione a manifestazioni come il Lucca Comics. Tradizione e innovazione, appunto.