'Pit stop' cari per tutti: la siderurgia è al bivio

Blocchi per i costi dell’energia e cassa integrazione Si decide giorno per giorno con ricadute sulle buste paga

Lavoro in acciaieria

Lavoro in acciaieria

Brescia - C’è chi concentra la produzione negli orari notturni, chi nel fine settimana, chi pianifica chirurgicamente le chiusure, in base all’andamento del costo dell’energia. Così il mondo della siderurgia bresciana sta affrontando ormai da settimane il caro bollette, penalizzante per aziende fortemente energivore.

Secondo l’ultima analisi di Siderweb, la Lombardia conta 744 imprese siderurgiche che, nel 2020, hanno registrato 24,8 miliardi di fatturato, il valore più alto in Italia. Brescia, in particolare, è la prima provincia siderurgica d’Italia, con oltre 7,2 miliardi di fatturato per 182 imprese. Non a caso, già a dicembre, proprio da Brescia era partito l’allarme per il caro prezzi: emblematica era stata la scelta di Fonderie di Torbole di chiudere per un mese, prolungando le vacanze di Natale. Con la guerra in corso, la situazione è tutt’altro che migliorata e, ai costi elevati per l’energia, si è aggiunto anche il rischio di fermo produttivo per carenza di materie prime.

"La situazione cambia di giorno in giorno – fanno sapere da Assofond, associazione italiana fonderie – al momento la maggior parte delle aziende cerca di tenere aperto finché ci sono scorte". Le decisioni, di fatto, vengono prese in base al monitoraggio del costo dell’energia previsto per il giorno dopo, che le aziende ricevono quotidianamente attorno alle 13. "Le imprese ricorrono a ferie – fa il punto Antonio Ghirardi, segretario generale Fiom Brescia – ma anche alla cassa integrazione, in base agli accordi con i sindacati. Il problema c’è: avere un prezzo medio a 400 euro Mwh significa costi in bolletta anche di 150 milioni di euro in più all’anno. D’altra parte, la cassa integrazione significa dimezzare lo stipendio dei lavoratori, che pure devono pagare le bollette. Adesso siamo all’inizio, ma se continua così diventerà un grosso problema per tutti".

Difficilmente la situazione cambierà in tempi brevi. "L’energia è arrivata a costare 750 euro Mwh – ricorda Ghirardi – quando prima costava 50. L’andamento è schizofrenico. La scorsa settimana qualcuno si è fermato ed anche per la prossima si prevedono fermi di aziende importanti".