Raddoppio del Centro Commerciale Le Porte Franche: domenica referendum a Erbusco

C’è grande spaccatura. Le ragioni del «sì» e quelle del «no» di MILLA PRANDELLI

La caratteristica torre luminosa che svetta dalla strada (Fotolive)

20090129 Erbusco ( Bs ) pro .

Erbusco (Brescia), 27 maggio 2016 - Ingrandire il Centro Commerciale Le Porte Franche. Potenzialità o ferita per il territorio? La risposta al quesito sarà data questa domenica dalle otto del mattino alle 20 dalla popolazione di Erbusco tramite lo strumento referendario. Il quorum previsto è del 30%. A costruire la nuova porzione delle Porte Franche, in caso di vittoria del Sì, sarà gruppo Moretti. La struttura sarà localizzata al di là della strada rispetto a quella attualmente esistente e sarà composta da 38mila metri quadrati tra negozi, servizi e 850 parcheggi, tutti realizzati sotto terra. In superficie il Gruppo Moretti pianterà vigne e costruirà una pista ciclopedonale.

Nel corso delle settimane la questione è stata più volte dibattuta e, come spesso accade in casi come questo, sono nati due fronti: quello del sì e quello del no. Il primo sostiene che ingrandire il centro non solo riqualificherà l’ambiente, ma darà nuove prospettive sociali e occupazionali. Il secondo è preoccupato per le ricadute sui piccoli negozi, per l’ambiente e per dei reperti archeologici che insistono sull’area. «Bloccare la naturale evoluzione di un centro commerciale - dice l’ingegnere Lino Lemi, progettista delle Porte Franche - vuol dire mettere una pesante ipoteca sul futuro delle attuali 800 persone che vi lavorano e impedire la creazione di altri 200 posti di lavoro».

L’ampliamento ha anche un gruppo ufficiale di sostenitori. «Tutti sappiamo quello che Vittorio Moretti, con il suo gruppo, ha saputo fare nel nostro territorio, coniugando sviluppo e rispetto dell’ambiente e garantendo centinaia di posti di lavoro - dice il portavoce del Comitato del sì Enrico Loda – Il progetto ci sembra sappia bene interpretare questi aspetti». Anche Vittorio Moretti ha voluto dire la sua: «Da un lato sono amareggiato per le accuse e le polemiche sollevate, dall’altro mi sento spinto a scendere in campo e dire la mia – spiega – L’ampliamento è una esigenza concreta, anche a fronte dei nuovi centri commerciali che stanno sorgendo, non ultima Ikea».

Di parere opposto sono i Comuni contermini e in particolare Cazzago San Martino e Rovato. A Cazzago due giorni fa il consiglio comunale ha espresso il suo no all’ampliamento. Lo stesso è stato fatto ieri sera a Rovato: all’unanimità. «Ampliare il centro causerà conseguenze per molti paesi – dice il sindaco di Rovato, Tiziano Belotti – mi pare riduttivo fare esprimere solo gli erbuschesi». No secco anche da Legambiente. Ma le parole più pesanti arrivano da Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio: «Probabilmente non dovrò esprimere parere in merito, ma come coordinatrice del tavolo Ptra Franciacorta (coordinamento 18 Comuni per non consumare suolo, ndr) esprimo il mio no all’opera su cui soggiacciono anche due vincoli. Mi chiedo se Moretti non sia in conflitto di interessi rappresentando il suo ruolo di imprenditore e presidente del Consorzio del Franciacorta, ente quest’ultimo che da sempre chiede tutela dell’area».