Economia: trimestre positivo a Brescia, ma tornano le ombre

Nel terziario sale la fiducia da luglio a settembre, prima dei nuovi decreti. Confindustria: "Aree in crescita, però altre in forte criticità"

Disinfettanti fuori da un locale: i costi di gestione sono lievitati di 415 euro

Disinfettanti fuori da un locale: i costi di gestione sono lievitati di 415 euro

Brescia, 5 novembre 2020 - Fatturato in calo del 4% rispetto ai primi nove mesi del 2020 per le aziende del terziario bresciano, che spende 708 euro a dipendente per applicare il protocollo aziendale Covid-19. I dati arrivano da un approfondimento del Centro studi di Confindustria Brescia che ha arricchito la tradizionale indagine congiunturale del terzo trimestre con una valutazione dei primi e parziali impatti dell’emergenza sanitaria. Secondo le aziende intervistate, l’evoluzione dell’attività produttiva si è caratterizzata per un forte recupero tra maggio e luglio, poi smorzatosi nei mesi successivi. Fatto 100 il livello pre-Covid, le imprese hanno dichiarato per il mese di luglio una crescita del business in continuità con la forte dinamica rilevata tra maggio e giugno, tale da recuperare buona parte di quanto perso durante il lockdown arrivando ad un livello di 91. Tuttavia da agosto in poi l’attività è rimasta sugli stessi livelli di luglio, al di sotto rispetto alla situazione antecedente la pandemia. Da gennaio a settembre si stima un calo del fatturato del 4% e una riduzione del 2% delle ore lavorate. In entrambi i casi, sono comunque in miglioramento rispetto a quanto rilevato per il primo semestre dell’anno, quando il volume d’affari era dato in flessione dell’11% e le ore lavorate del 9%. Quanto ai costi per dispositivi anti-Covid, l’indagine ha rilevato una spesa di 708 euro per dipendente: 293 una tantum (termoscanner, barriere protettive) e 415 euro per costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali).

In questo contesto , l’indice di fiducia delle imprese bresciane relativamente ai mesi tra giugno e agosto, pari a 103, risulta in crescita rispetto al primo trimestre, quando si era toccato il minimo storico di 27, e in linea con il 108 del 2019. Nel dettaglio, nel terzo trimestre, il fatturato è aumentato per il 23% delle imprese, con un saldo positivo del 7% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione. Gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi con saldi netti pari rispettivamente a +19% e a +13%). I prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione piatta (saldo netto pari a -4%), a conferma dell’assenza di rilevanti pressioni inflattive, in particolare in questa fase. Per quanto riguarda le prospettive, il fatturato è atteso in crescita dal 39% degli intervistati, con un saldo positivo del 23% a favore dei pessimisti rispetto agli ottimisti. I saldi riferiti al portafoglio ordini (+10%) e all’occupazione (+3%) descrivono uno scenario in assestamento rispetto al recente passato. I prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo di poco negativo (-3%). Tuttavia, c’è poco di che rallegrarsi. "Questi dati positivi, registrati prima dell’entrata in vigore del Dpcm 24 ottobre, possono indurre in una visione troppo ottimistica per un settore quanto mai variegato e con una forte diversificazione delle aree di business – precisa Fabrizio Senici, neoeletto presidente del Settore terziario di Confindustria Brescia – riscontriamo infatti contemporaneamente aree con una forte crescita a fianco di altre come quelle dell’ospitalità, della ristorazione e del fuori casa in generale, per non parlare di chi si occupa di fiere ed eventi, che presentano una forte criticità, a cui il Decreto Ristori speriamo possa porre un temporaneo rimedio". Sulla tendenza dell’economia italiana, il terziario bresciano resta pessimista: il 16% degli imprenditori ha infatti un orientamento ottimistico, a fronte del rimanente 49% che prevede stazionarietà e del 35% che ha una visione sfavorevole.