'Figure ancestrali', l'arte aborigena in mostra in Franciacorta

Opere su tavola e pregiati manufatti in legno scolpito o dipinto saranno in esposizione fino al 16 settembre e nella Galleria d’arte delle Tenute La Montina di Monticelli Brusati

'Figure ancestrali'

'Figure ancestrali'

Milano, 19 marzo 2018 -  “Figure ancestrali”: ecco il titolo dell’affascinante e inconsueta mostra dedicata all’arte aborigena australiana che è stata inaugurata il 16 marzo e resterà visitabile fino al 16 settembre nella Galleria d’arte delle Tenute La Montina di Monticelli Brusati, storica azienda della Franciacorta (Ingresso libero). Curata dal prof. Maurizio Scudiero, è la narrazione di un viaggio e di un sogno. Il comune denominatore fra due realtà così lontane come la Franciacorta e l’Australia è il legame e la passione per la Madre Terra, che gli uomini traducono e tramandano secondo linguaggi e codici della propria cultura.

Il potere universale di questi messaggi e la sensibilità dei protagonisti di questa storia permetterà di scoprire fra i vigneti franciacortini una straordinaria collezione di dipinti e manufatti originali provenienti dall’Australia, che svelano al visitatore la magia e la complessità di un’arte primitiva nell’accezione più nobile del termine. A volere fortemente la rassegna sono stati Giancarlo Bozza (proprietario con la sua famiglia delle Tenute La Montina) e Paride Mattanza (collezionista profonde conoscitore dell’arte aborigena) che, legati oltre che da una forte amicizia anche dalla comune passione per l’arte, nel corso degli anni hanno costituito un’importante e preziosa collezione di arte aborigena. Il pubblico sarà guidato da “figure ancestrali” a scoprire la dimensione del sogno nel sorprendente scenario delle Tenute La Montina, dove la Natura viene celebrata nell’arte e nel vino. La mostra gode del patrocinio della Regione Lombardia, dei Comuni di Brescia e di Monticelli Brusati.

 

LE TAVOLE - La mostra presenta una selezione di circa 50 opere dipinte su tavola con pigmenti naturali dall’artista aborigeno Kunibilarranda Dir Dik fra il 1970 e il 1990, sulle quali sono rappresentati gli spiriti e gli itinerari del Dreamtime. Dir Dik, nato a Roebuck Bay presso Broome nel 1946 circa, cominciò a dipingere fin da bambino imparando le tecniche per la preparazione dei colori a base di ocra e diventando allievo del grande maestro della pittura Dreaming Yirawala. Nel 1970 Paride Mattanza in uno dei suoi numerosi soggiorni in Australia conosce l’artista e diventa per molti anni il suo mecenate. In questo periodo vengono realizzate le opere e i manufatti esposti in mostra e conservati grazie alla passione condivisa con Giancarlo Bozza. La mostra offre al visitatore la straordinaria possibilità di essere proiettati in questo spazio senza tempo, addirittura precedente alla nascita del tempo, e attraverso i linguaggi figurativi e le iconografie seguire i percorsi della sapienza. Lungo questi sentieri si incontrano le “figure ancestrali”, conosciute dagli aborigeni del deserto come Tingari, che sono gli spiriti guida per l’umanità e prendono di volta in volta le sembianze di diversi animali totemici quali il Serpente, il Canguro, l’Emù, il Coccodrillo e l’Aquila. Queste figure sono rappresentate da Dir Dik con l’originale tecnica cosiddetta X-ray, che permette di vedere come in una vera e propria radiografia all’interno del corpo degli animali. Un altro tratto distintivo della sua pittura e il motivo iconografico “a reticolo”, costituito da sottili linee incrociate. Gli spiriti indicano all’uomo i percorsi sacri nel deserto e nella savana alla scoperta dei pozzi d’acqua e mostrano le stelle della Via Lattea. Il linguaggio figurativo di queste opere è costituito da un patrimonio di segni e simboli che si tramandano da millenni e le opere selezionate per questa mostra offrono al visitatore la possibilità unica di conoscere un nuovo alfabeto con il quale sono state raccontate storie straordinarie.

BOOMERANG, BASTONI E DIDGERIDOO - Oltre ai dipinti sarà presentata una ricca serie di pregiati manufatti in legno scolpito o dipinto quali boomerang, bastoni e didgeridoo (strumenti a fiato di antichissima origine). Ciascuno di questi oggetti rituali ha un significato e un utilizzo fondamentale per comprendere la cultura aborigena e l’itinerario in mostra metterà in luce ogni singola caratteristica e significato.

ASTA BENEFICA FONDAZIONE VERONESI - Il 16 marzo, giornata dell’inaugurazione, dopo un’introduzione alla mostra a cura dello storico dell’arte prof. Maurizio Scudiero,  è stata battuta all’asta un’opera e il cui incasso sarà devoluto dall’Associazione senza scopo di lucro “Dedicato A te”, che raccoglie fondi per la ricerca oncologica pediatrica, alla Fondazione Veronesi, ospite dell’evento.