Manerba, tentato stupro della turista minorenne: si va a giudizio immediato

L'aggressione lo scorso luglio fuori da una discoteca

Vittima dell’aggressione una minorenne della Danimarca

Vittima dell’aggressione una minorenne della Danimarca

Manerba del Garda (Brescia), 6 novembre 2018 - La Procura dei Minori ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per i tre diciassettenni coinvolti nella aggressione a sfondo sessuale ai danni di una turista danese minorenne avvenuta la notte tra l’11 e il 12 luglio scorso all’esterno di una discoteca di Manerba,  il “Red Clubbing”.

Violenza sessuale di gruppo il reato che gli viene contestato. Uno, quello ancora detenuto nel carcere minorile Beccaria di Milano, ha scelto il rito abbreviato e comparirà in aula il 17 dicembre; gli altri due componenti del gruppo, uno era finito in comunità e l’altro era stato sottoposto a una sorta di arresti domiciliari molto stringenti, andranno a dibattimento e compariranno davanti al giudice già il 6 dicembre per la prima udienza del processo. Tutti e tre dovranno provare a spiegare il perché di quella notte di follia culminata nell’aggressione interrotta dall’arrivo di una pattuglia dei carabinieri impegnata in un normale servizio di controllo.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti i tre diciassettenni, uno straniero residente nel Bresciano da tempo e due italiani (uno di loro è nato da genitori stranieri) avevano "agganciato" la turista danese all’interno della discoteca molto frequentata da loro coetanei durante il periodo estivo. Forse sovreccitati dall’alcol i tre adolescenti all’esterno del locale avevano avvicinato la ragazza, anche lei di 17 anni, e sarebbero iniziati prima i pesanti apprezzamenti e quindi la vera e propria aggressione. A tentare di spogliare e palpeggiare la ragazza sarebbe stato il ragazzo straniero finito in carcere. L’italiano finito in comunità avrebbe invece colpito con un pugno il fratello 21enne della turista danese mentre il terzo adolescente, quello messo ai domiciliari, si sarebbe limitato a fare da palo e non sarebbe intervenuto direttamente nell’aggressione.

Il gruppo all’arrivo dei carabinieri si era dileguato nel buio mentre la ragazza e il fratello erano stati accompagnati sotto choc nel campeggio dove stavano trascorrendo le vacanze con i genitori. La famiglia danese il giorno dopo aveva lasciato il Garda per fare ritorno in patria. Il terzetto era stato individuato già nei giorni successivi all’aggressione e fermato qualche settimana dopo. Decisivi nella identificazione dei presunti responsabili dell’aggressione erano state le fotografie scattate all’interno del locale e poi postate sui social anche da altri ragazzi che avevano partecipato alla serata in discoteca.