Manerba, 17enne danese molestata: niente sconti al baby branco

Restano le misure restrittive per i coetanei ritenuti responsabili

Violenza

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Brescia, 1 agosto 2018 - Nessuna misura meno afflittiva per i tre diciassettenni ritenuti responsabili della violenza di gruppo ai danni di una turista danese di 17 anni in vacanza sul Garda aggredita nella notte del 12 luglio mentre con il fratello 21enne stava lasciando una discoteca di Manerba per fare ritorno nel campeggio dove era alloggiata con i genitori. Resta detenuto al Beccaria di Milano il ragazzo di origine straniere che materialmente avrebbe aggredito la giovane scandinava palpeggiandola e cercando di spogliarla. La sua al momento è la posizione più «compromessa».In comunità è invece l’unico italiano del terzetto; per gli inquirenti avrebbe colpito con un pugno il fratello della danese che nel parcheggio adiacente al locale notturno da cui era appena uscito aveva cercato di difendere la sorella. E’ e resterà invece a casa dei genitori sottoposto a una sorta di domiciliari molto stringenti il terzo diciassettenne della banda.

La notte dell’aggressione si sarebbe limitato a fare da spalla agli altri due ragazzi senza mai intervenire attivamente nella aggressione ai danni della ragazza. Il suo legale, l’avvocato Alberto Scapaticci, aveva chiesto un alleggerimento della misura magari attraverso una serie di prescrizioni (ad esempio il divieto di uscire di casa solo nelle ore serali e notturne), ma per il momento il tribunale dei Minori ha respinto la richiesta.«Vedremo nelle prossime settimane il da farsi», spiega l’avvocato Scapaticci. Dello stesso avviso anche i legali dell’italiano in comunità, gli avvocati Carolina Margani e Simona Torri. «La vicenda sembra essere ridimensionata rispetto a come era stata raccontata nelle ore immediatamente successive – spiegano senza però volere entrare nei particolari – I ragazzi coinvolti sono stati sovrastati dall’esposizione mediatica e compito della giustizia minorile è quella di rieducare chi commette un reato. Questi ragazzi dovranno affrontare un percorso per capire e comprendere il perché delle loro azioni». Ai tre ragazzini gli inquirenti erano arrivati ascoltando gli altri giovani presenti quelle sera al Red Clubbing di Manerba e passando in rassegna tutte le fotografie scattate all’interno del locale e postate poi sul sito della discoteca. Le immagini erano poi state incrociate con la precisa descrizione degli aggressori fatta dalla ragazza prima di lasciare il Garda con la famiglia per fare ritorno in Danimarca.