Manerba, 17enne molestata: "Quella sera ero ubriaco ma non ho abusato di lei"

I ragazzi fermati raccontano la loro verità

Violenza

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Brescia, 28 luglio 2018 - Hanno voluto rispondere alle domande del magistrato e nel corso dell’interrogatorio di garanzia di ieri mattina hanno voluto raccontare la loro verità. Sono comparsi davanti al giudice i tre diciassettenni, un bresciano e altri due ragazzi residenti in provincia ma di origine straniera, arrestati mercoledì dai carabinieri di Salò con l’accusa di essere i responsabili dell’aggressione sessuale avvenuta all’esterno di una discoteca di Manerba la notte del 12 luglio ai danni di una coetanea danese in vacanza sul Garda. Violenza di gruppo il reato contestato a tutti e tre i giovanissimi che abitano in provincia. Avrebbero conosciuto lì la giovane che trascorreva la serata con il fratello di 21 anni quindi all’uscita del locale l’avrebbero seguita per poi aggredirla in un parcheggio vicino dopo avere picchiato il fratello. «Il reato contestato è lo stesso – spiegano i legali dei tre diciassettenni – Ma le loro responsabilità sono diverse tanto che per ognuno il gip ha disposto una misura cautelare differente».

In carcere è finito uno dei due ragazzi di origine straniera. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui a palpeggiare pesantemente la giovane danese cercando di spogliarla. «Ero ubriaco – ha raccontato al magistrato il ragazzo, che alle spalle avrebbe alcuni problemi familiari, arrivato al tribunale dei minori di Brescia dal carcere Beccaria di Milano – ma non ho commesso alcun abuso». E’ invece stato collocato in una comunità l’italiano del terzetto. PER L’ACCUSA sarebbe stato lui a colpire il fratello della turista danese intervenuto per difenderla dall’aggressione. «Abbiamo chiesto una misura meno afflittiva – spiega il suo legale, l’avvocato Simona Torri, senza volere aggiungere altro – Il ragazzo studia, è bene inserito nel contesto sociale in cui vive, gioca a basket, fa volontariato. Aspettiamo la decisione del giudice che si è riservato». È invece costretto a restare chiuso in casa in una sorta di arresti domiciliari per minori il terzo componente del gruppo. La sua responsabilità sarebbe marginale, avrebbe infatti soltanto assistito alla presunta aggressione. «Per questo ci attendiamo che la sua misura venga attenuata – sottolinea il suo legale l’avvocato Alberto Scapaticci – E’ molto provato e spaventato per quanto gli è successo e continua a spiegare che nell’aggressione non ha alcuna responsabilità». Già nelle prossime ore, al massimo all’inizio della prossima settimana, il giudice dovrebbe sciogliere la riserva e decidere se confermare le misure o renderle meno afflittive.