Laura Ziliani, i verbali dell’omicidio: “Nostra madre ci avvelenava, dovevamo ucciderla"

Brescia, sono state pubblicate le confessioni sul caso della vigilessa di Temù uccisa a maggio 2021 dalle figlie e dal fidanzato di una di loro

Paola e Silvia Zani al tribunale di Brescia, accusate dell'omicidio della loro madre

Paola e Silvia Zani al tribunale di Brescia, accusate dell'omicidio della loro madre

“Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare. Secondo la nostra idea mia madre si sentiva bloccata con tre figlie di cui una disabile e l'idea che avevamo era che voleva liberarsi di noi. E già nell'estate del 2020 iniziammo a pensare al modo in cui risolvere il problema: cioè ucciderla”. Sono queste le dichiarazioni scioccanti date da Silvia Zani, che a maggio del 2021 ha ucciso la madre Laura Ziliani in complicità della sorella Paola e del fidanzato Mirto Milani.

I verbali delle confessioni sono stati pubblicati in esclusiva dal Giornale di Brescia il 20 ottobre, a circa una settimana dall’inizio del processo davanti alla Corte d’Assise. Sulla morte di Ziliani, ex vigilessa in Valcamonica, in provincia di Brescia, il primo ad ammettere l’omicidio fu il fidanzato di Silvia Zani, la primogenita di 27 anni. Da lì a poco, confessò anche lei.

“Dopo che mia madre aveva mangiato i muffin che le avevamo preparato con dentro benzodiazepine, iniziammo a cercare di capire come proseguire nel nostro progetto. Io ero convinta di quello che volevo fare. Ero decisa. Sono entrata nella camera da letto di mia madre, ricordo di averle messo le mani attorno al collo, Paola la teneva ferma con il suo peso. Mia madre ha iniziato a rantolare, a quel punto Mirto si è accorto non stava andando come previsto ed è entrato in camera. Ha messo lui le mani sul collo di mia mamma. In un certo senso mi ha dato il cambio”, ha raccontato la figlia maggiore della vittima.

Secondo i tre imputati, Laura Ziliani avrebbe tentato di ucciderli prima mettendo candeggina nel latte e poi con sostanze caustiche nel sale. I tre avrebbero però distrutto le prove. “Il nostro incubo era quello di essere avvelenati da Laura. Perché non abbiamo denunciato? Dal nostro punto di vista se i carabinieri avessero scoperto che Laura voleva farci del male, poi sarebbero per deduzione risaliti a noi, avendo la prova della nostra colpa”, ha fatto mettere a verbale Mirto Milani.