Brescia, peculato e truffa: vigile a processo anche per falso

Il dibattimento a febbraio. Indagine partita da un esposto

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Brescia - La sua verità potrà spiegarla in aula, il 23 febbraio, davanti ai giudici della prima sezione penale presieduta da Maria Chiara Minazzato. Protagonista e imputato, un agente della Locale di Urago d’Oglio di casa nella Bergamasca, rinviato a giudizio per una sfilza di reati. Dal peculato d’uso al falso ideologico, dalla truffa aggravata all’appropriazione indebita.

Per il pm Ambrogio Cassiani, che aveva curato l’indagine ora in mano aal collega Carlo Pappalardo, il vigile usava l’auto di servizio per andare a comprarsi la droga e incamerava contanti a tutto spiano, procacciandoseli pure dalle multe, per finanziare la sua dipendenza dalla cocaina. L’inchiesta aveva preso le mosse nell’estate 2020 da un esposto presentato delle proprietarie di una casa data in gestione a un locatario del Marocco, che pare non pagasse l’affitto. Indagando, investigatori e inquirenti avrebbero accertato che a mediare era stato il vigile di Urago, il quale si era fatto carico dei pagamenti al posto del conoscente. Messo sotto osservazione, il pubblico ufficiale ha riservato sorprese.

Per esempio, trasferte con la macchina di servizio nella Bergamasca, a Martinengo, da un pusher ai domiciliari. Motivo del viaggio? Stando alla prospettazione accusatoria, non controlli ma la necessità di acquistare coca. Non solo. Il sessantenne per arrotondare il gruzzolo per la Procura si sarebbe anche occupato di certificati di idoneità alloggiativa per stranieri, in particolare quello di un conoscente kosovaro residente a Monaco. L’imputato avrebbe attestato fintamente la regolarità della dimora a Urago così da garantirgli il rinnovo del permesso di soggiorno e il ricongiungimento familiare. Avrebbe anche sottratto 4mila euro da un fondo di un nordafricano e si sarebbe intascato il corrispettivo di otto multe – ognuna sui 150-170 euro - verbalizzate ad altrettanti automobilisti cui suggeriva di versare la sanzione a lui in contanti. Accuse tutte da dimostrare.