Diecimila irregolari senza vaccino: l'odissea di chi vorrebbe vaccinarsi e non può

Sprovvisti di un codice valido, anche se comunitari con permesso di soggiorno, non riescono a prenotare la dose. Le associazioni: occorre semplificare

Le associazioni del territorio sono inondate di richieste per potersi immunizzare

Le associazioni del territorio sono inondate di richieste per potersi immunizzare

Brescia - "Così non va, si stanno tagliando fuori dalla vaccinazione migliaia di persone". Sbotta Francesco Catalano, presidente del consiglio di quartiere Centro storico Nord di Brescia che, per il proprio ruolo nel quartiere e in diverse associazioni del territorio, è inondato di richieste di aiuto da parte di stranieri sprovvisti di un codice valido (fiscale, univoco, Stp) che vorrebbero vaccinarsi contro il Covid. La categoria è ampia e comprende non solo gli irregolari, ma anche i cittadini comunitari o chi ha il permesso di soggiorno ottenuto lavorando in altre Regioni e che poi si è trasferito in Lombardia. Dal 26 luglio, è attivo il call center 800894545 che rilascia un codice personale, una sorta di pre-iscrizione, con cui poi accedere alla prenotazione del vaccino online. 

"La procedura è tutt’altro che automatica – spiega Catalano – prendere la linea con il call center è difficilissimo, ci ho provato per diverse volte, ma senza successo. Anche l’accessibilità dal sito è tutt’altro che semplice per chi non conosce l’italiano". E poi c’è il nodo principale. "Anche ammesso che tutto funzionasse alla perfezione – sottolinea Catalano – un irregolare non si fida a dare nome e cognome. Dovrebbe essere garantito l’anonimato: a mio avviso, andrebbero fatti degli Open Day dedicati, coinvolgendo le associazioni e le comunità". Le stime ufficiali parlano di 10mila irregolari solo nel Bresciano, che lavorano in ambiti dove è facile che contagiarsi o contagiare, dal mondo della ristorazione alle pulizie fino ai cantieri. 

Anche Donatella Albini, consigliera comunale con delega alla Sanità, sta seguendo da mesi questo tema. Nelle scorse ore si è rivolta direttamente all’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, alla quale ha scritto per evidenziare le criticità del call center. "Sia la parte scritta che quella vocale sono in italiano – spiega Albini – Andrebbero quanto meno tradotte in inglese, francese ed arabo. E poi è troppo complicata, per cui molti devono appoggiarsi a qualcuno, con il rischio che si rivolgano a chi se ne approfitta e li fa pagare". La soluzione? "Per me, bisogna dare la possibilità di chiamare il call center, qualificarsi come irregolare e ricevere un codice, una sorta di Stp vaccinale". Altro problema che sta emergendo per gli stranieri con codice fiscale univoco è, invece, la difficoltà a scaricare il Green Pass. "In farmacia chiedono la tessera sanitaria, sul sito del Governo il loro codice fiscale non è riconosciuto – evidenzia Albini – bisogna semplificare".