Brescia, spariti cinque universitari afghani

Preiscritti all’Ateneo bresciano, non si trovano più. Un altro invece si è laureato a distanza

Il rettore Maurizio Tira: "Pronti ad accogliere"

Il rettore Maurizio Tira: "Pronti ad accogliere"

Brescia -  A oltre due mesi dalla presa del potere dei talebani, dopo l’uscita degli Stati Uniti dall’Afghanistan, non ci sono tracce degli studenti afghani preiscritti all’Università degli studi di Brescia. "Non sappiamo dove sono – fa il bilancio il rettore Maurizio Tira – abbiamo perso le tracce. Va detto che c’è anche una questione di concessione del visto per motivi di studio, perché ora ci sono molte più restrizioni per paura del terrorismo". Con l’arrivo dei talebani, si è bloccata la mobilità internazionale di studenti dal Paese, che era piuttosto vivace: 300 gli iscritti alle università italiane, 175 avevano fatto la preiscrizione (tra cui i 5 bresciani).

Unica nota positiva è la vicenda di uno studente afghano che a Brescia aveva studiato Ingegneria e che si è laureato a distanza. Ora l’ateneo bresciano è disponibile ad accogliere studenti afghani tra le 3mila persone arrivate in Italia. "Di 84 atenei che fanno parte della Conferenza dei rettori a livello nazionale – spiega Tira – 83 hanno dato la disponibilità a offrire borse di studio e alloggio. Abbiamo una capacità di accoglienza superiore a quella che riusciremo a intercettare".

Quanto accaduto ad agosto, però, ha evidenziato anche i limiti di una gestione in emergenza. "Abbiamo impiegato due settimane solo per capire che gli elenchi degli studenti erano in mano ai militari – ricorda Tira, che nella Giunta della Conferenza dei rettori ha la delega all’internazionalizzazione – ora stiamo lavorando per la Crui a un ente unico che lavori per l’internazionalizzazione del sistema universitario italiano". L’obiettivo è non trovarsi impreparati nel caso in cui capitino casi analoghi. Sul fronte dell’accoglienza di chi è riuscito ad arrivare in Italia, chi è sul campo registra un certo raffreddamento dell’interesse pubblico.

«Nella rete del Sistema di accoglienza ed integrazione (Sai) ci sono sempre solo i 30 Comuni già disponibili – fa notare l’assessore del Comune di Brescia Marco Fenaroli – L’afflato dei giorni successivi all’arrivo dei talebani non si è tradotto in disponibilità concrete all’accoglienza da parte di altre Amministrazioni. Questa coscienza a fisarmonica non va bene". Proprio per ricordare che l’emergenza in Afghanistan non è finita, Emergency ha organizzato una serata di testimonianze e racconti: appuntamento domani alle 20,45 nell’aula magna di UniBs in via San Faustino 74/B.