di Beatrice Raspa
Chiedono di patteggiare un anno, ma il gup Elena Stefana ritiene la pena troppo mite e rimanda al mittente l’istanza. Udienza preliminare con rinvio all’11 marzo, davanti a un altro giudice, per il caso del campo di tiro a volo a Selvapiana di Sabbio Chiese, per la Procura regolarmente attivo a dispetto delle autorizzazioni scadute nel 2005 e trasformato negli anni in una gigantesca pattumiera di scorie pericolose. Imputati i titolari e gestori, ossia i valsabbini Giulio ed Elena Baruzzi, 47 anni il primo, 37 la seconda, e Teresa Tonni, sessantenne di Provaglio, che rispondono di discarica abusiva e inquinamento ambientale aggravato dal fatto che l’area è soggetta a vincoli paesaggistici e idrogeologici. L’inchiesta, del pm Ambrogio Cassiani e dei forestali, nella primavera 2019 aveva acceso i riflettori su un bosco di undicimila metri quadri zeppo di pallini di piombo, plastica e frammenti di piattelli, che nessuno dopo gli spari si sarebbe degnato di raccogliere.
Negli anni i residui delle fucilate, avrebbero deteriorato suolo e sottosuolo a tal punto che l’Arpa vi ha trovato una bomba chimica: concentrazioni di piombo pari a 30.400 mgkg (a fronte di un limite consentito di cento), di arsenico per 122 mgkg (e la soglia massima è venti) e di vanadio (122 mgkg a fronte del limite di 90). Ma anche idrocarburi policiclici aromatici, 590 volte più della norma. Legambiente e Lac si sono costituite parti civili con gli avvocati Vittorio Arena e Laura Gamba, mentre sono rimasti fuori dal procedimento Comune, Regione e Ministero dell’Ambiente, a loro volta parti offese. Elena Baruzzi e Teresa Tonni, che pure avevano ricevuto il semaforo verde della Procura, speravano di sfilarsi patteggiando un anno ma il giudice si è opposto. Quindi ha rinviato l’udienza ad altro giudice per sopravvenuta incompatibilità. Giulio Baruzzi ha invece chiesto il rito abbreviato. Si ricomincia l’11 marzo.