Francesca, stroncata dall’eroina. I sette "amici" del festino nei guai

La Procura ha chiuso le indagini ed è pronta a chiedere il giudizio. Omicidio preterintenzionale il reato più grave ipotizzato

Francesca Manfredi

Francesca Manfredi

Brescia -  La Procura ha chiuso l’inchiesta sulla tragica fine di Francesca Manfredi, la 24enne stroncata il 23 agosto 2020 nella sua casa di Chiesanuova da un mix di droghe pesanti e alcol al culmine di tre giorni di sballo chimico. A risponderne sono proprio gli amici che erano con lei al festino, ma anche i pusher che le hanno ceduto le dosi. Sono sette gli indagati che in queste ore hanno ricevuto l’atto di conclusione indagini firmato dal pm Bendetta Callea: Micheal Paloschi, 33enne di Brescia, nei guai per omicidio preterintenzionale. La sua è la posizione più grave. "Dopo aver fatto uso di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e ketamina, di bevande alcoliche quali birra e vino e Xanax, unitamente a Francesca Manfredi e Francesca Rinaldi (una coetanea della vittima indagata per omissione di soccorso, ndr ) preparando a Francesca Manfredi una dose di eroina, che suddivideva in dosi, la scaldava e iniettava nel braccio destro della stessa che non aveva mai assunto detta sostanza prima di allora...e ne cagionava la morte" si legge nel provvedimento. In cella dallo scorso marzo, Paloschi ha sempre negato le accuse.

Rinaldi, che era a casa di Francesca con Paloschi quel fine settimana, risponde di omissione di soccorso: "Notato il corpo immobile dell’amica sul divano al piano inferiore dell’abitazione e percepitone il respiro affannoso alla stregua di un rantolo e quindi accortasi della situazione di pericolo, ometteva di dare tempestivo avviso alle autorità e di chiamare immediatamente i soccorsi, contattati solo la mattina di domenica 23 agosto al cui arrivo veniva constato il decesso della giovane". Spaccio in concorso invece è la contestazione per quanti hanno rifornito la vittima, e non solo. Due sono in cella, due ai domiciliari. Uno è latitante. Si tratta di Haythem Bouaoun, 33enne tunisino che avrebbe ceduto a Francesca l’eroina che a detta della Procura le fu iniettata, e di Thomas Maroni, 27enne di Coccaglio, il quale avrebbe smerciato ketamina a Francesca il 17 luglio, il 13 e 20 agosto e nel febbraio precedente tramite un intermediario di Brescia (indagato e latitante, ndr ). Maroni avrebbe ceduto ketamina anche a Sara Reboldi, 24enne di Nave (a sua volta indagata) tramite un corriere, il 30enne albanese Franci Gjana.