Tutti i terreni a secco, ma c’è acqua nelle cave

L’appello del vicepresidente della Provincia: "Serve un provvedimento di Governo e Regione per usarla"

"Entro una settimana potremmo render disponibili 30 milioni di metri cubi di acqua, ma serve un provvedimento di urgenza che solo Governo e Regione possono predisporre". A dirlo è Guido Galperti, vicepresidente della Provincia di Brescia e consigliere con delega all’Ambiente. L’acqua in questione sarebbe già disponibile nei circa 100 bacini idrici formatisi nei siti estrattivi di cave, sia attivi - circa la metà - sia, soprattutto, cessati, con un volume disponibile stimato, appunto, in circa 30 milioni di metri cubi di acqua.

"Quell’acqua è lì, inutilizzata, lasciata a evaporare. Purtroppo le norme che regolano gli attingimenti, anche provvisori, comportano tempi di circa 6 mesi per le autorizzazioni, non compatibili con l’emergenza in atto. Per consentirne l’utilizzo, senza oneri e con il consenso delle proprietà interessate, serve una copertura giuridico- amministrativa che solo Regione e Governo, con provvedimenti di necessità e urgenza, possono predisporre in tempi strettissimi".

In un momento in cui ci si arrabatta per cercare nuove fonti, anche derogando al deflusso minimo vitale, sarebbero risorse preziose, su cui non gravano altri interessi (turismo, produzione idroelettrica, consumo idrico) come accade per i laghi, per cui si è accesa una battaglia (Garda ma anche Idro, dove il Ministero darà il via libera a prelievi per un ulteriore metro a favore degli agricoltori).

"Basterebbero 4 righe – conclude Galperti – con cui si dice che la Provincia può autorizzare i Comuni a usare l’acqua nei bacini di cava. Durante la pandemia si sono fatti provvedimenti d’urgenza: perché non ora?".

Federica Pacella