Tutrice di anziana “infedele” L’accusa chiede sei anni

Avrebbe fatto sparire 78mila euro dal conto della donna benestante

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Sei anni. Questa la richiesta di condanna formulata ieri a processo dal pm per una 63enne di Sulzano, imputata di peculato e falso. Avrebbe fatto sparire - questa l’accusa - 78mila euro dal conto di una benestante anziana ultraottantenne della quale fu amministratrice di sostegno. La vicenda ruota attorno a una zia, proprietaria di una storica villa a Sulzano, senza figli, morta nel 2017, e a quattro nipoti, tutte donne, che si danno battaglia per l’eredità e per la magione. I guai iniziarono quando due scoprirono da una lettera del Comune che l’anziana, in preda al decadimento psicofisico - da anni nella lussuosa dimora ospitava decine di stranieri che gliel’avevano semidistrutta e per i quali pagava bollette stratosferiche - era stata affidata a loro insaputa a una tutrice, una consulente finanziaria sgradita a un ramo della famiglia. La contabilità della zia finì sotto la lente e quelle due nipoti, ora parti civili, denunciarono l’amministratrice di sostegno: dalla nomina, nel 2013, al 2017, quando morì la zia, avrebbe drenato 78mila euro. "I prelievi dai conti hanno subito un’impennata, passando dai 3520 euro del 2013 ai 36mila e rotti nel 2016, con picchi di 5mila euro al mese - ha confermato un carabiniere, tra i testi - Le pezze giustificative? Non sempre c’erano". Con dichiarazioni spontanee l’imputata ha fornito una giustificazione. Sentenza il 23 febbraio.