Truffe e frodi informatiche, è impennata

Secondo gli ultimi dati del Viminale sono gli unici due reati in aumento nell’ultimo anno, rispettivamente del 16,2% e del 27,3%

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di Roberto Canali

Non basta restare chiusi in casa per sfuggire alle truffe che oggi arrivano attraverso il pc, la posta elettronica e il telefonino. Secondo gli ultimi dati diffusi dal Viminale le truffe e i delitti informatici sono gli unici due reati in aumento nell’ultimo anno, rispettivamente del 16,2% e del 27,3%, complici il Covid e il distanziamento che hanno influito sull’esplosione dello smart working e il proliferare dei social. Avere la propria banca a disposizione 24 ore su 24 sullo schermo del telefonino e poter ordinare qualsiasi cosa in tempo reale con un click però può trasformarsi in un vantaggio anche per i truffatori che fanno affari d’oro con le frodi creditie attraverso il furto d’identità. Lo scorso anno in Italia ne sono state denunciate 22mila e hanno prodotto un danno di 125 milioni di euro, per un importo medio di 5.600 euro. Si tratta principalmente di richieste online e, in particolare, a concessionarie auto, esercizi commerciali o grandi catene di distribuzione. Il criminale utilizza i documenti di un’altra persona, nel 76% dei casi la carta d’identità, per acquistare un bene materiale o accedere a un prestito. Tuttavia, le rate del finanziamento sono destinate all’ignara vittima, che a distanza di mesi riceve il sollecito di pagamento, rimanendo inevitabilmente sconvolta. A Brescia ieri la diocesi ha dovuto diffondere un comunicato perché qualcuno ha sottratto l’identità digitale del vescovo Pierantonio Tremolada e ha inviato una serie di mail a suo nome richiedendo offerte in denaro, naturalmente da devolvere in beneficienza ai truffatori. A Campodolcino, in provincia di Sondrio, qualcuno è addirittura riuscito a sfruttare il nome di un ragazzo morto quindici anni fa in un incidente d’auto, per cercare di vendere un’utilitaria usata. La truffa non è riuscita solo perché l’acquirente prima di inviare la caparra di 500 euro è voluto andare in paese per vedere l’auto e così ha scoperto che il venditore era morto. Inutile dire che poche ore dopo era sparito l’annuncio truffaldino, rimosso dal web probabilmente per paura di incappare in un’indagine della Polizia postale. Per fortuna anche in rete per i delinquenti 2.0 non è semplice far sparire le proprie tracce, lo sa bene Alessio Vitrani, 45 anni, ricercato dall’ottobre 2020 perché ritenuto responsabile di centinaia di truffe online dal 2010, oltre 50 denunce pendenti, 36 episodi certi e incassi accertati per oltre 250mila euro solo tra il 2017 e il 2018.

Gli agenti della squadra Mobile di Lodi sono riusciti ad arrestarlo l’altro giorno a Rozzano. Fra le sue vittime c’erano anche parenti e aveva coinvolto nei suoi illeciti anche la compagna ed il suocero. Le truffe a lui attribuite hanno interessato tutta Italia e per questo sono nati gruppi di avvertimento via social sulle sue malefatte. Dalle indagini è emerso che Vitrani avrebbe agganciato le vittime rispondendo a annunci inseriti prevalentemente sul portale “Subito.it“ da utenti che ricercavano pezzi di ricambio per autovetture o motoveicoli. Fingendo di avere disponibilità del ricambio e di non saperne cosa fare, proponeva al malcapitato di acquistarlo al solo prezzo di spedizione che però, via via, lievitava. Il denaro veniva accreditato su carte prepagate intestate a prestanome. Finito ai domiciliari aveva continuato con le truffe tanto che, al momento dell’arresto sul suo telefonino sono arrivati numerosi messaggi di potenziali vittime.