Brescia, truffatori a casa di anziani: arrestati, ma subito messi fuori

Due giovani prendono di mira un 80enne per fargli firmare un contratto: vengono messi in fuga e poi presi. Il Gip non convalida il fermo

Sventata una truffa ad un anziano

Sventata una truffa ad un anziano

Brescia, 6 gennaio 2019 - A mettere in allarme venerdì pomeriggio l’anziano proprietario di casa, un uomo di circa 80 anni residente in un quartiere di Brescia, è stata l’insistenza con cui quei due ragazzi giovani e ben vestiti gli chiedevano di cercare nei cassetti della camera e in ogni angolo della abitazione le bollette dell’energia elettrica.

"La aiutiamo noi – hanno più volte detto i due ragazzi che erano riusciti a entrare in casa mostrando il tesserino di una azienda che opera nel settore del mercato energetico – Noi cerchiamo in camera, lei guardi da qualche altra parte". In casa con l’anziano c’era anche la nipote di soli 14 anni che davanti a quei due ragazzi si è spaventata parecchio e ha deciso di chiamare la madre per raccontarle quello che stava accadendo.

Tutto è successo molto rapidamente. La ragazzina ha passato il telefono al nonno che alla figlia ha detto della presenza dei due addetti spiegandole che fino a quel momento non gli era stata fatta alcuna proposta commerciale. La donna, temendo che si potesse trattare della più odiosa delle truffe ai danni degli anziani, ha quindi detto al genitore che avrebbe chiamato le forze dell’ordine. I due ragazzi, entrambi sulla ventina e a quanto pare sotto contratto con l’azienda di cui hanno speso il nome, hanno capito in fretta il contenuto della conversazione telefonica e sono fuggiti il più veloce possibile. Lo scatto non gli è bastato per evitare di essere fermati. Le forze dell’ordine, avvertite per davvero, sono infatti arrivate nel giro di poco minuti e li hanno individuati a pochi passi dall’abitazione dell’anziano grazie anche alla precisa descrizione fornita dal proprietario di casa.

I due giovani venditori si sono giustificati spiegando di non avere fatto nulla e di essere entrati nell’abitazione per sottoporre una proposta commerciali. La pattuglia intervenuta non ha creduto alle loro parole e li ha arrestati con l’accusa di tentato furto. I due giovani sono così finiti in tribunale per la direttissima al termine del quale il giudice ha deciso di non convalidare l’arresto come chiesto dal pubblico ministero. Per il magistrato del tribunale di Brescia erano troppi i dubbi circa la reale colpevolezza dei due ventenni. «In ogni caso – ribadiscono le forze dell’ordine – Quando una persona ha qualche dubbio è bene che ci contatti. Le aziende infatti sono solite farci sapere quando inviano i propri addetti per eseguire controlli o proporre nuovi contratti».