Brescia, il ritorno del tram: allo studio due linee

Accordo tra Brescia Mobilità e Ferrovie dello Stato per il progetto: dalla Pendolina-Oltremella alla Fiera e da via Vallecamonica alla Bornata

Corso Zanardelli in una cartolina d’epoca

Corso Zanardelli in una cartolina d’epoca

Brescia, 30 marzo 2018 - Lo studio di fattibilità c’è. I cantieri potrebbero iniziare nel 2020. E tra 5 anni debuttare due tramvie: la prima dalla Pendolina-Oltremella alla Fiera, la seconda da via Vallecamonica alla Bornata. Il futuro delineato dal Pums, il Piano integrato della mobilità sostenibile varato dalla Loggia, si avvicina. La Giunta ha affidato la progettazione delle linee - grosso modo sulla traccia delle Lam, 350 milioni stimati di impegno - a Brescia Mobilità che ieri ha siglato un accordo con Ferrovie dello Stato per costruire un piano di project financing. Entro la fine dell’anno andrà elaborato un progetto concreto, comprensivo di costi di gestione, da presentare al ministero delle Infrastrutture. Obiettivo: accaparrarsi parte dei 3,4 miliardi a fondo perduto stanziati da Roma per le città con più di 100mila abitanti che puntano su tram e metro. «Da martedì due gruppi di lavoro si occuperanno dei profili tecnici ed economici – spiega il presidente di Brescia Mobilità Carlo Scarpa – Il risultato sarà un trasporto all’insegna di qualità e coesione».

Il protocollo sottoscritto a Brescia è il primo di una serie di accordi che le Ferrovie avvieranno con altre città per colmare il divario infrastrutturale tra Italia e l’Europa: «Abbiamo messo 2,3 miliardi per cofinanziare opere su ferro - dice l’ad Renato Mazzoncini - Il modello è la linea 5 del metrò di Milano, con gestori anche soggetti del project financing, così da aiutare l’ente locale a contenere i costi». Realizzabilità, sostenibilità, vivibilità sono le parole chiave del sindaco Emilio Del Bono, ieri con l’assessore alla Mobilità Federico Manzoni. «Renderemo il mezzo pubblico più interessante dell’auto senza toccare le tasche dei cittadini, né replicando l’indebitamento del metrobus».

I bresciani però di dividono: «Avessi metrò o tram nella Bassa lascerei l’auto in garage» dice Claudio Rigoni, che da Borgo San Giacomo viene a lavorare in città. Anche Sara Guaresi ragiona così: «Giro in centro ma se vado a prendere il bimbo dalla nonna a Mompiano esiste solo il metrò». Johan Vezzola, che ha un bar in piazza Loggia, approva: «Ben venga il tram. L’importante però è che non rallenti per troppe fermate». Sul fronte opposto, i fedelissimi dell’auto: «Non ho mai preso il metrò una volta, non mi interessa» ammette Gianluca Benedini, di Travagliato. Idem Davide Serena, di Roncadelle: «Non mollerei la macchina nemmeno avessi un collegamento pubblico comodo».