Traffico di rifiuti: sequestri per 6 milioni di euro, due imprenditori nei guai

Indagini tra le province di Brescia, Mantova e Cremona

I carabinieri forestali (Foto archivio)

I carabinieri forestali (Foto archivio)

Brescia, 30 settembre 2020 - La Dia, il Gruppo Carabinieri Forestale e la Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Brescia hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di applicazione di misura cautelare personale e di decreto di sequestro preventivo, emessi dal Tribunale di Brescia, nei confronti di imprenditori operanti nel settore dei rifiuti. La misura emessa dal gip di Brescia su ha riguardato la sottoposizione all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di un 58enne residente a Erbusco e di un 49enne di Revere, nel Mantovano, entrambi imprenditori, e il sequestro preventivo di numerosi rapporti finanziari, immobili, compendi aziendali e quote delle società coinvolte nelle indagini, con sedi legali nelle province di Brescia, Mantova e Cremona, per un valore complessivo stimato in circa 6 milioni di euro.

Gli accertamenti iniziati nel 2016, nell'ambito dell'operazione 'Similargilla', hanno svelato un traffico di ingenti quantitativi di rifiuti che, attraverso la compilazione di documentazione falsa, sarebbero stati illecitamente smaltiti sotto la falsa veste di prodotti End-of-Waste, ovvero derivanti dal processo di recupero di rifiuti. Nello specifico, i rifiuti transitavano in un impianto in provincia di Mantova e venivano illecitamente smaltiti in due siti nella provincia di Brescia, nonché in provincia di Verona e Cremona, seguendo il fenomeno della cosiddetta 'finta economia circolare' che risponde ad un cliché ben collaudato: un'impresa si offre sul mercato per fare attività di recupero di rifiuti, che riceve da molteplici conferitori. Invece di trasformarli in un 'non rifiuto', li cede senza aver completato il recupero godendo di un ingiusto risparmio di costi a scapito dei principi di tutela e salvaguardia dell'ambiente.