Coccaglio, tenta di uccidere moglie e figlia: "Troppi debiti, dovevamo morire"

Vitali racconta un'atroce verità durante l’interrogatorio. Avrebbe debiti per 100mila euro

L’uomo ha ferito sia la moglie che la figlia

L’uomo ha ferito sia la moglie che la figlia

Coccaglio (Brescia), 19 luglio 2019 - Giuseppe Vitali, l’uomo di 59 anni di Coccaglio che nella notte tra domenica e lunedì ha cercato di uccidere la moglie e la figlia a colpi di martello, resterà in carcere. Ieri a margine dell’interrogatorio, difatti, i giudici del Tribunale di Brescia, hanno disposto la convalida del suo arresto per tentato omicidio e disposto che rimanga in carcere a Canton Mombello. Vitali, che è difeso dagli avvocati Francesca Flossi e Francesca Turano, è molto provato e ha sostenuto gran parte dell’interrogatorio piangendo.

L’uomo, che si temeva avrebbe potuto non rispondere alle domande del gip Lorenzo Benini, ha invece dato la sua versione dei fatti, spiegando di essere profondamente preoccupato a causa dei debiti accumulati nel tempo, che ammonterebbero circa 100mila euro. «Volevo uccidere la mia famiglia, dare fuoco alla casa e farla finita; l’ho vista come unica soluzione per i miei problemi economici», ha spiegato l’agricoltore durante l’interrogatorio svoltosi in carcere.

La moglie Denise di 51 anni e la figlia Giulia di 21, intanto, restano in ospedale in condizioni non gravi, anche se costantemente sotto controllo perché hanno preso botte in testa. Secondo la ricostruzione dei fatti Giuseppe Vitali avrebbe cominciato ad accanirsi sulla moglie nel cuore della notte. La donna dormiva e dunque è stata presa di sorpresa. È la più grave. Quando Giulia ha sentito i rumori è corsa in aiuto della mamma, venendo a sua volta aggredita da Vitali, che in quel momento era alla follia.

Raptus o lucida follia? Difficile rispondere, dato che l’agricoltore ha spiegato di volere mettere fine ai problemi economici della famiglia e dato che ha detto di avere pensato di dare fuoco all’abitazione con del carburante che aveva in casa. Il liquido infiammabile, però, secondo le prime stime, sarebbe stato poco, forse non sufficiente per fare consumare una tragedia. Inoltre Vitali quando è stato portato in carcere è apparso immediatamente preoccupato per la sorte di Denise e Giulia, per cui ha espresso grande preoccupazione, chiedendo anche delle sorti del figlio. L’uomo potrebbe essere preda di una grave forma di depressione, che lo ha portato a compiere il terribile gesto che ha messo a rischio la vita delle sue congiunte.

La famiglia non intende comunque abbandonarlo, nonostante quello che ha fatto. Il figlio e il cognato hanno espresso la richiesta di andare a fargli visita nella casa circondariale di Brescia, dove l’uomo si trova e dove appare «molto provato», come hanno sottolineato le sue legali. In caso nel futuro si decidesse una misura cautelare ai domiciliari il cognato potrebbe ospitarlo. Vitali non ha chiarito i motivi dei problemi economici, che potrebbero essere dovuti al poco lavoro, ma anche ad abitudini familiari al di sopra delle possibilità. Recentemente padre, moglie e figlie erano stati in ferie insieme e sulle fotografie postate sui social apparivano sereni e sorridenti.