Omicidio Ziliani, paese sotto choc dopo le confessioni. Una parente: mi sanguina il cuore

La sorella di Marisa Cinelli, madre di Laura , racconta il dramma che stanno vivendo i parenti: "Due nipoti in carcere e una terza che è rimasta sola"

L’ex vigilessa Laura Ziliani aveva 55 anni

L’ex vigilessa Laura Ziliani aveva 55 anni

Brescia, 27 maggio 2022 -  " Non voglio parlare. So già tutto. Basta guardare la televisione. Il cuore sanguina. Per favore, non fatelo sanguinare di più". Poche parole accorate quelle di Rita, sorella di Marisa Cinelli, la madre di Laura Ziliani. Il dramma della madre di una donna scomparsa e ritrovata morta, uccisa. Il dramma della nonna di due nipoti in carcere per l’omicidio della madre. Una famiglia già segnata dalla tragedia. Nel 2012 il marito di Laura, Enrico Zani, insegnante di matematica di 53 anni, aveva perso la vita dopo essere stato travolto da una valanga mentre faceva scialpinismo nella zona di Edolo, in compagnia di un amico. Il dramma dei genitori perduti per Lucia, la seconda figlia di Laura Ziliani, una ragazza di 25 anni, affetta da un lieve ritardo cognitivo, che a Temù tutti coloro che l’hanno conosciuta descrivono affabile e gentile. Lucia era la sola delle tre figlie rimaste a vivere con l’ex vigilessa di Temù, che era il suo sostegno, nel condominio di via Ragazzi del ‘99, a Brescia. Oggi a ospitarla è la nonna materna. Nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere Silvia Zani, la sorella Paola e Mirto Milani, il gip Alessandra Sabatucci usa parole particolarmente severe: "La condotta, già di per sé di indicibile gravità, risulta ancora più odiosa ove si ponga mente al fatto che, così agendo, gli indagati hanno privato Zani Lucia, soggetto disabile e in tutto dipendente dalla madre, dell’unico genitore superstite". Ascoltata il 6 luglio dello scorso anno dal pm Caty Bressanelli, Lucia aveva dipinto il quadro di un ambiente familiare tormentato, triste, un groviglio di tensioni, depressioni, richieste di denaro, difficili rapporti interpersonali. Aveva perso la fiducia nelle sorelle da quando le avevano detto che "la nonna è perfida come un serpente e "brutte cose sugli zii". Silvia "è stata licenziata per ben tre volte. Per quanto ne so, non ricevono gli affitti degli appartamenti perché è tutto bloccato".

Le sorelle avevano "trattato molto male la mamma, soprattutto Silvia, si arrabbiavano spesso con lei, perché dicevano che non le manteneva, non dava abbastanza soldi, questo soprattutto Paola". Aggiungeva Lucia: "Le mie sorelle si arrabbiavano spesso anche con me". Aveva appreso della scomparsa della madre da loro e da Mirto, il fidanzato di Silvia, che lei chiamava "il coniglio". Era spigolosa la dialettica della madre con quella di Mirto. Il rapporto con quest’ultimo, all’inizio teso, era migliorato di recente, tanto che il giovane veniva spesso ospitato sia nell’appartamento di Brescia, sia nell’abitazione di via Ballardini a Temù. Emerge dalle intercettazioni come anche la fragile, indifesa Lucia si fosse venuta a trovare al centro di quelli che l’ordinanza del gip definisce i "preponderanti interessi economici del gruppo Zani-Milani", timoroso che la nonna o i due zii materni potessero proporsi come tutori della nipote. Anche qui una motivazione economica: Lucia, "oltre ad avere l’usufrutto completo dell’appartamento della madre a Brescia, è tuttora comproprietaria delle restanti proprietà della madre Laura insieme alle sorelle".