Tavernola, la frana fa paura ai tecnici: "Tsunami di 8 metri sul lago d’Iseo"

Lo studio commissionato dall’autorità di bacino: onde alte, cinque minuti per arrivare a Pisogne e 10 a Sarnico

La Protezione civile osserva il versante della montagna

Bergamo Frana a Tavernola monitoraggio e strade chiuse e sindaco Pezzotti 25 Febbraio 2021 ANSA RENATO DE PASCALE.

Sarnico (Bergamo)  - Nel caso in cui la frana da oltre 2,2 milioni di metri cubici che dal monte Saresano incombe su Tavernola Bergamasca e sul lago d’Iseo, dove potrebbe crearsi un’onda anomala, i comuni maggiormente colpiti sarebbero Tavernola, Montisola e Marone, anche se lo "slancio" di quello che l’Ente di Bacino dei laghi d’Iseo, Endine e Moro presieduto da Alessio Rinaldi in un comunicato ufficiale ha definito un "potenziale tsunami" andrebbe a "ripercuotersi su tutta la sponda bresciana del Sebino: da Pisogne a Sarnico, ovvero i due comuni più a nord e sud del bacino".

Ad affermarlo è uno studio di Filippo Zaniboni, Stefano Tinti e Alberto Armigliato del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’università Righi di Bologna intitolato "Potenziale tsunami generato del lago d’Iseo dalla frana del Monte Saresano". Il risultato è emerso durante una riunione fatta per via telematica e organizzata dall’Ente di bacino . Gli studiosi, nelle loro conclusioni hanno affermato che "lo scenario della frana da 2,2 milioni di metri cubi è quello peggiore e che le onde sarebbero considerevoli in tutto il lago: otto metri a Tavernola Bergamasca e Montisola e cinque a Marone. Impiegherebbe meno di due minuti a raggiungere le zone centrali del lago, cinque a Pisogne e dieci a Sarnico".

Le "oscillazioni avrebbero una cadenza di 40 secondi e non sarebbero le prime le più forti. Il moto dell’acqua nella zona di penetrazione, ovvero dove si torva il cementificio Italsacci potrebbe esser caotico e turbolento e superare i livelli calcolati nello studio". Anche se l’allerta è calata nella misura in cui il movimento franoso è rallentato da due millimetri al giorno a due al mese, il pericolo resta. I politici hanno ottenuto delle audizioni alla Camera e dalla Regione è giunto pure un finanziamento di 60mila euro che serviranno a fare un altro studio specifico volto ad individuare cause e soluzioni per la stabilizzazione del versante bergamasco.

Con questi ulteriori dati, che presumibilmente verranno forniti entro la fine di maggio, sarà possibile avviare la ricerca dei fondi necessari per l’attuazione del piano di messa in sicurezza. I comuni, intanto, nelle scorse settimane hanno approntato una serie di piani di evacuazione. Oggi nel pomeriggio una rappresentanza del cementificio Italsacci fornirà una relazione alla Camera.