Brescia, Tartaglia occupato: arriva la Digos. Gli studenti: "La dirigenza non ci ascolta"

Brescia, circa 400 studenti dell’istituto hanno disertato i banchi e per protesta hanno invaso la palestra. I casi del contributo volontario e dei computer non aggiornati

La palestra del Tartaglia occupata

La palestra del Tartaglia occupata

Brescia - Scuola senza materiale didattico, spese troppo elevate per le famiglie, studenti in difficoltà che lamentano di non trovare ascolto. Un cortocircuito che all’istituto “Tartaglia-Olivieri“ di Brescia ieri ha innescato l’occupazione della palestra. L’appello alla protesta è arrivato poco dopo l’ingresso nelle aule (dove chi ha voluto è rimasto a far lezione), con la ‘chiamata’ ad uscire dalle classi accolta da centinaia di studenti (300-400 secondo i presenti). È intervenuta la Digos, con cui è stato concordato di rimanere nella palestra fino alle 14. "Nonostante questo – ha spiegato Lorenzo – ci è arrivata la comunicazione dalla dirigenza che per ogni ora di protesta sarà data una nota disciplinare. Questo è emblematico del clima che si respira". Motivo della protesta è la carenza di risorse: nei laboratori di pittura del liceo artistico “Olivieri“, ad esempio, mancherebbero tempere, legno, creta, mentre l’indirizzo multimediale del tecnico “Tartaglia“ avrebbe i computer bloccati perché non aggiornati.

"Agli studenti è stato chiesto di dotarsi di un portatile – aggiunge – ma non tutti possono permettersi un nuovo computer". Problemi comuni a molte scuole, dall’infanzia alle primarie (dove i genitori portano a turno le risme di carta), ma è soprattutto alle superiori che la spesa diventa ingente e rischia di accentuare le disparità sociali. Emblematico è il caso del contributo volontario richiesto a inizio anno. "Chi non lo paga – prosegue Lorenzo – viene escluso dal viaggio d’istruzione. Da noi è di 120 euro, di cui 10 euro sono di assicurazione. Si potrebbe pagare solo la quota assicurativa, ma l’informazione non viene espressa in modo chiaro, per cui c’è chi paga tutto e chi nulla, rimanendo poi escluso dalle attività". I ragazzi segnalano problemi di dialogo con la dirigenza. "Abbiamo registrato episodi di razzismo, sessismo che avremmo voluto segnalare – aggiunge Lorenzo – ma senza trovare ascolto".