"Studenti demoralizzati e depressi"

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Più attenzione allo sviluppo della persona, meno ai voti da mettere sul registro: gli studenti bresciani chiedono di cambiare le priorità della scuola. Il messaggio arriva da un’inchiesta effettuata da Unione degli studenti (Uds) Brescia, con l’aiuto di cooperativa Bessimo, su 2.840 alunni delle superiori, per la maggior parte demoralizzati da una scuola che non tiene conto delle loro difficoltà ed esigenze. "Ben 2.471 persone hanno affermato di sentirsi tristi o depressi- afferma Mara Voja di Uds – e oltre 250 persone hanno dichiarato di aver pensato di farsi del male". La scuola sarebbe fonte di ansia o stress per 2.806 studenti (il 98,8%).

"Il dato che ci ha colpito di più è stato quanta poca importanza venga data alla formazione dell’individuo – continua Alice di Uds – l’82,5% degli studenti ritiene che sia stata data più attenzione ad assegnare loro dei voti piuttosto che un’educazione di qualità". Da qui, la richiesta di un cambio di priorità perché sia attribuita centralità agli studenti e al loro sviluppo, cercando di "superare uno studio superficiale volto all’altrettanto superficiale voto". Inoltre, dai dati dell’inchiesta è emerso che il 61,3% degli studenti ritiene che i professori non si sono mostrati disponibili nel comprendere le loro esigenze e nel cercare di aiutarli in quest’anno scolastico. Questo, insieme all’aumento del carico di lavoro, ha inciso sulla vita sociale e gli interessi del 94,6% degli studenti.

"Conosciamo bene il tema del disagio adolescenziale, aumentato con Covid – commenta il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Giuseppe Bonelli – tuttavia, questo disagio, più che alla scuola, è legato al rapporto con il sistema sociale, che carica sui ragazzi molte attese e li rende fragili davanti ai risultati". Il mondo scuola nel Bresciano ha creato molte occasioni di analisi e supporto per il disagio adolescenziale, come sportelli psicologici e il monitoraggio sul disagio giovanile condotto da Ufficio scolastico e Spedali Civili. "Gli strumenti per supportare i ragazzi ci sono – commenta Bonelli – anche se ovviamente si può sempre migliorare. Più che sulla semplificazione del percorso scolastico, puntiamo a lavorare sull’autostima dei ragazzi. Il tema va però oltre la scuola. In una società che mostra solo i vincenti e colpevolizza e ridicolizza i perdenti, cresce l’ansia di prestazione".

Federica Pacella