Strage Loveparade, l’ultima beffa: sorgerà un centro commerciale

Duisburg, via al processo per la morte dei 21 ragazzi schiacciati dalla folla. Tra loro c'era anche la bresciana Giulia Minola

Le tragiche immagini dei soccorsi

Le tragiche immagini dei soccorsi

Brescia, 8 dicembre 2017 - Lì dove nell’estate di sette anni fa a Duisburg, in Germania, nel corso della Loveparade sono morti 21 ragazzi schiacciati dalla folla che cercava di raggiungere l’area della festa, in un futuro nemmeno troppo lontano potrebbe sorgere un grande centro commerciale. La notizia arriva dalla Germania e suona come l’ennesimo affronto alle famiglie di quei ragazzi che avevano raggiunto la città tedesca per ballare e invece non hanno mai fatto ritorno a casa. Tra loro c’era anche la 21enne bresciana Giulia Minola che si trovava a Duisburg con una amica. 

A distanza di oltre sette anni dalla tragedia, oltre alle 21 vittime si contarono più di 600 feriti, nel centro fiera di Düsseldorf dopo una lunghissima istruttoria si è aperto il processo per quella vicenda . Dieci le persone alla sbarra, tutte tedesche: Jürgen Dressler, Anja Geer, Reimund Düster, Ralf Janowski, Peter Gottlieb, Ulrich Borns, Johann Stephan Sasse, Günther Spohr, Lutz Gerhard Wagner, Kersten Sattler. Sei sono dipendenti del Comune di Duisburg, gli altri quattro facevano parte di Lopavent, la società che gestiva il mega evento di musica techno. "Pesci piccoli" li hanno definiti chi avrebbe voluto vedere alla sbarra il sindaco di Duisburg di allora, il numero uno di Lopavent e i funzionari di polizia che dovevano garantire l’ordine in quella maledetta giornata. 

L’udienza di ieri è durata ore e ha portato soltanto alla lettura delle 26 pagine dell’atto di accusa. Gli avvocati delle difese hanno infatti sollevato decine di eccezioni relative alla presenza in aula tra il pubblico di alcune delle persone che nel corso delle prossime udienze dovranno testimoniare e alla composizione della giuria dove a loro dire uno dei giudici era troppo coinvolto con la vicenda su cui è chiamato a giudicare. "Ma allora nessuna persona di Duisburg potrebbe fare parte di quella giuria – commenta Nadia Zanacchi, la mamma di Giulia Minola, che sentiamo al telefono poco prima che si imbarchi dalla Germania per tornare a Brescia – Tutti sono stati coinvolti emotivamente e personalmente da quella tragedia". 

Il processo è stato aggiornato a mercoledì prossimo per la seconda udienza. "Le difese hanno fatto la loro parte – osserva la signora Nadia – Quello che per noi è importante è che il giudice ha permesso alla pubblica accusa di leggere quelle 26 pagine. All’interno è stata messa nero su bianco una certezza: Duisburg non poteva ospitare una manifestazione di quella portata. Mi auguro che in questo processo si arrivi a discutere nel merito della questione".  ​In calendario sono già state fissate le date delle udienze per arrivare alla chiusura del processo nel dicembre del prossimo anno. Sarà una corsa contro il tempo. Sul processo incombe infatti la prescrizione che scatterà il 27 luglio 2020. Se entro quella data tutta la vicenda processuale, Appello ed eventuale ricorso alla Corte federale di Cassazione compresi, non si sarà conclusa la strage di Duisburg rimarrebbe senza responsabili.