Stazione, degrado e spaccio: "Ministro, mandi più uomini"

La denuncia del sindacato di polizia: "Impossibile operare così"

Una Volante fuori dalla stazione di Brescia (Fotolive)

Una Volante fuori dalla stazione di Brescia (Fotolive)

Brescia, 12 dicembre 2017 - "Subito più uomini e più mezzi alla questura di Brescia o la sicurezza sarà a rischio". Il grido d’allarme arriva dal sindacato di Polizia Sap a seguito del servizio diffuso da Striscia la notizia in cui si vede che in stazione in città lo spaccio diurno è la regola. Nulla che già non si sapesse, dicono i sindacalisti rassicurando la cittadinanza che la questura come ha sempre fatto si spenderà per correre ai ripari, ma le condizioni in cui opera sono ormai "ingestibili". "I compiti investigativi e di ordine pubblico della nostra provincia sonoquelli delle grandi metropoli italiane. La risposta del questore e del personale è sempre stata all’altezza ma in futuro nulla è garantito". 

Già nel luglio 2016 e lo scorso febbraio il Sap aveva consegnato al capo della Polizia Franco Gabrielli un documento, “Quanto potrà resistere la sicurezza a Brescia?” denunciando le criticità della polizia di Stato nel Bresciano nonostante le ultime assegnazioni nel 2016 di 13 poliziotti. Non abbastanza per coprire pensionamenti e trasferimenti. Carenze anche portate in Parlamento nell’estate 2016 dall’onorevole Luigi Lacquaniti senza effetti positivi.

Nel 2017 non ci sono stati miglioramenti: vi è stato un unico leggero incremento tra gli ufficiali di polizia giudiziaria con l’arrivo di nuovi sovrintendenti pescati però tra agenti/assistenti in servizio."Dal 2010 al febbraio 2017 la questura conta su 71 dipendenti in meno (-16%) e una carenza i organico del 39% alla polizia giudiziaria. Una diminuzione che ha depauperato tutti gli uffici", fa sapere il Sap. E ancora, i pensionamenti sono all’ordine del giorno e il primo corso per 600 agenti termina nell’aprile del 2018. Se pure arrivassero 5 nuovi assunti (da ripartizione aritmetica tra le province, ndr) non si andrebbe in pari nemmeno con i pensionamenti del 2017. Il risultato sono turni "massacranti" e "straordinari non pagati". Per non dire di "trasferte rimborsate 8 mesi dopo" e dell’obsolescenza di strumentazioni e armi in uso, ormai anni 80.