Stangata da tre miliardi per le aziende bresciane

Gli imprenditori rischiano di pagare il 584% in più rispetto al 2019

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Una stangata da quasi 3 miliardi tra bolletta di energia e gas per le industrie bresciane. Secondo l’elaborazione fatta dal Centro studi di Confindustria Brescia, se i costi medi del primo trimestre 2022 fossero confermati per l’intero anno, solo per l’energia elettrica l’industria bresciana pagherebbe 2,1 miliardi di euro rispetto ai 447 milioni del 2019, al netto di oneri: si tratta di un incremento del 375%. Per il gas, l’aumento sarebbe ancora più pesante: la bolletta per il sistema industriale sarebbe di 954 milioni rispetto ai 139 del 2019, il 584% in più. "Sono numeri che potrebbero mettere in ginocchio molte delle nostre produzioni – sottolinea Davide Fedreghini, del Centro studi di Confindustria Brescia – per la sola manifattura, il costo dell’energia elettrica passerebbe dai 253 milioni del 2019 a 1,2 miliardi del 2022". Con l’inflazione in aumento (+5,5%) e col rischio che molte aziende chiedano la cassa integrazione, sono migliaia le famiglie che rischiano di finire nella stretta di una doppia morsa. Alla bolletta si aggiungono i prezzi impazziti delle materie prime, in particolare i metalli, come emerso dalla 37esima edizione dell’osservatorio Scenari e tendenze, introdotto da Francesco Franceschetti, Vice Presidente Confindustria Brescia con delega a Zone e Settori. "Da inizio anno – sottolinea Achille Fornasini, Università degli studi di Brescia – da inizio anno, abbiamo visto ad esempio l’aumento dei prezzi della ghisa del 73,4%, il pre-ridotto è salito del 60%".

Gli incrementi rischiano di pesare anche sulla transizione ecologica. "Il carbonato di litio, che serve per la produzione di batterie per la mobilità elettrica, ha fatto il +480% nel 2021, +82,5% nel 2022. Quanto potranno essere sostenibili questi aumenti nel cambio di mobilità?". Per Fornasini, l’Europa sta pagando il blocco alle esportazioni di petrolio e gas imposto alla Russia, mentre "il Nord stream 2 potrebbe inondarci di gas, facendo crollare il prezzo, ma è fermo, perché la Germania, eterodiretta da Washington che non vuole si crei un terzo polo oltre a Stati Uniti e Cina, ha impedito di aprirlo". Per Andrea Beretta Zanoni, "la sensazione è che sia l’inizio di una fase di disordine, in cui bisognerà trovare un nuovo ordine rispetto a quello degli ultimi 20 anni".

Federica Pacella