"Ha ucciso sua moglie". Rinviato a giudizio il marito di Souad

Subuito il giorno dopo aver saputo che la figlia pareva sparita, il padre e la madre hanno puntato il dito contro il marito

 I genitori della giovane non hanno mai visto di buon grado la relazione della figlia

I genitori della giovane non hanno mai visto di buon grado la relazione della figlia

Brescia, 24 maggio 2019 - Il giorno dopo aver saputo che la figlia Souad pareva sparita, il padre e la madre hanno puntato il dito contro il marito. «L’ha sequestrata o l’ha ammazzata lui» è stato il primo pensiero dei genitori. Ghannou e Hassan Alloumi, 62 e 65 anni, altre tre figli in Marocco e una che vive in Francia, dall’estate vivono a Brescia. Attendono giustizia.

Ieri erano in tribunale con Adbelmjid El Biti, il consorte di Souad, 51 anni. L’operaio di Seniga dalla gabbia dell’aula ha assistito al suo rinvio a giudizio per omicidio premeditato aggravato dai motivi abietti e futili, soppressione di cadavere e stalking. Sarà processato dalla Corte d’assise l’11 settembre. Contro di lui si sono costituiti parte civile i figli di 4 e 10 anni (tramite la tutrice) e i coniugi Alloumi, che in parallelo hanno in ballo una causa civile per ottenere l’affidamento dei nipotini.

«Mi guardava con la coda dell’occhio, ma io mai ho indirizzato lo sguardo perché avrei solo voluto picchiarlo» si sfoga la signora Ghannou, che cova rabbia a lacrime. «Confidare nella magistratura è l’unica speranza che mi rimane». Colf e cameriera in un ristorante, Souad, 29 anni, scompare la notte tra il 3 e il 4 giugno 2018 dalla casa di via Milano dove si è trasferita con i piccoli dopo una burrascosa separazione. A segnalare che è irreperibile è El Biti, che pero’ parla di un allontanamento volontario. «E’ tornata in Marocco» ha sempre detto l’ex professandosi innocente. Nessuno però gli crede. Per il pm Maria Cristina Bonomo l’ha strangolata o strozzata in quella casa, con i figli nell’abitazione. Il finale tragico per Ghannou e Assam Alloumi era scritto da tempo.

Da quando cioè Soaud a 19 anni aveva voluto sposare a tutti i costi quell’uomo nonostante fossero contrari: «Io volevo che continuasse a studiare in Marocco, ma lui diceva che l’avrebbe portata in Italia a fare la bella vita, le avrebbe fatto prendere la patente e pagato gli studi – racconta la madre - L’avevo avvertito: Souad non è una donna di casa, ama i bei vestiti, non sa cucinare. Lui disse che non importava. Ma non era vero. Arrivati in Italia, non l’ha più fatta uscire e l’ha vestita come una vecchia, tutta coperta. E la picchiava. Siamo stati noi a convincerla a denunciarlo». Le immagini della telecamera del bar «Le Rose», che inquadra il cortile dell’appartamento di via Milano, sono la chiave di volta della ricostruzione accusatoria. E Biti alle 4.45 esce con un voluminoso borsone che trascina a fatica. Dentro c’è Souad, dicono gli inquirenti. Uccisa e portata chissà dove.