Sos insetticidi: "Suolo malato ed ecosistema a rischio"

L’esito dei campionamenti nei terreni agricoli bresciani: trovate 20 sostanze chimiche di sintesi

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Insetticidi, erbicidi e fungicidi: con un suolo ‘malato’ è a rischio l’intero ecosistema. Questo l’allarme lanciato da Cambia la Terra, campagna di FederBio con Legambiente, Lipu, Medici per l’ambiente, Slow Food e WWF, che nei mesi scorsi ha analizzato 12 suoli agricoli convenzionali in tutta Italia, comparandoli con altrettanti terreni biologici contigui. Per la Lombardia, sono stati analizzati campioni prelevati da terreni bresciani convenzionali e biologici grazie alla disponibilità dei proprietari. Gli esiti sono eloquenti: nei campi convenzionali, sono state trovate ben 20 sostanze chimiche di sintesi. La più presente è il glifosato l’erbicida rientrato nella lista delle sostanze probabilmente cancerogene dello Iarc, che compare nel 50% di campi tradizionali, seguito dall’Ampa, acido che deriva dalla degradazione del glifosato. Delle altre 18 sostanze chimiche di sintesi ritrovate, ben 5 risultano revocate da anni, tra cui il Ddt (vietato dal 1978). Per i terreni convenzionali bresciani coltivati a mais, si è rilevata la presenza di un pesticida non impiegabile nel mais, ma usato come fungicida in colture frutticole e orticola: tale presenza è spiegabile in quanto legata a fenomeni di deriva. Quanto ai campi biologici, le sostanze di sintesi rilevate sono tre, tra cui un insetticida contro le zanzare, probabilmente proveniente dalle abitazioni vicine: si tratterebbe, comunque, di contaminazioni accidentali. Pur non avendo la pretesa di scientificità, visto il numero esiguo di dati, i promotori sottolineano l’importanza di curare anche la salute del suolo, in un’ottica di salvaguardia dell’ecosistema: il suolo, da solo, è in grado di attrarre il 30% della Co2, ma la sua vitalità, fatta dai miliardi di microrganismi per centimetro quadrato, è messa a rischio anche dalle sostanze chimiche di sintesi usate in agricoltura. F.P.