Sos cultura, il conto del Covid Persi dodicimila posti di lavoro

Solo in Lombardia mezzo milione in meno di valore aggiunto. Segnali di ripresa, ma la rincorsa è lunga

di Federica Pacella

Circa 12mila occupati e mezzo milione di euro di valore aggiunto in meno: questo il conto che l’emergenza Covid ha presentato al mondo della cultura in Lombardia. Secondo la dodicesima edizione del rapporto 2022 ‘Io sono cultura’, realizzato da Fondazione Symbola ed Unioncamere, la ripresa c’è, ma, dopo due anni e mezzo di pandemia ci vorrà un po’ di tempo per tornare ai livelli pre-Covid. Il rapporto analizza il sistema produttivo culturale e creativo, ovvero tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi. Nel complesso, il sistema lombardo, nel 2021, ha registrato circa 23,7 miliardi di euro di valore aggiunto grazie all’impiego di oltre 343 mila addetti: un ‘rimbalzo’ rispetto al 2020, quando i miliardi di valore aggiunto erano stati 22,6 e gli addetti 339 mila, ma resta il gap da colmare rispetto al 2019 (24,1 miliardi, 353 mila addetti) ed ancor di più al 2018 (25,4 miliardi, 365 mila addetti). La Lombardia si conferma comunque al primo posto in Italia per capacità di aggiungere alle attività primarie della cultura anche un’elevata specializzazione nei servizi avanzati; il primato è confermato anche dai dati Unioncamere Lombardia sulle previsioni occupazionali.

I 23,8 miliardi di euro di valore aggiunto culturale lombardi incidono per il 26,8% della filiera nazionale e per il 6,8% del totale della ricchezza prodotta sul territorio regionale. Rispetto al passato, inoltre, si nota una maggiore policentricità della produzione culturale. Nel 2021 sono infatti ben 5 le province lombarde nella top-20 nazionale per valore aggiunto e occupazione: oltre a Milano, che resta al primo posto in Italia, si rileva la presenza di Brescia, Bergamo, Monza e Varese. Se si guarda, invece, all’incidenza delle imprese core (produttrici di servizi e beni culturali) sul totale nazionale, nella top 20 rientrano: Milano al primo posto con l’8%, Lecco con il 5,9%, seguita da Monza (5,7%), Como (5,6%), Varese e Cremona (5%), Bergamo (4,8%). Sul fronte dell’incidenza sull’economia locale, si rileva come ci siano ancora ampi margini di miglioramento, visto il potenziale: oltre a Milano, al primo posto, nella top 20 nazionale ci sono solo Monza-Brianza (13esimo posto per valore aggiunto, nono per occupazione) e Como (20esimo per valore aggiunto, 17esimo per occupazione).