Soprintendenza: il Bigio non tornerà in piazza Vittoria

Anche la fontana che faceva da basamento all’“Era fascista“ andrà posizionata altrove

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Il Bigio in piazza Vittoria? Può anche non ritornare, ma in tal caso va rimossa anche la fontana con il basamento. Una posizione nuova quella comunicata dalla Soprintendenza al Comune di Brescia, in merito all’annosa questione del ricollocamento della statua “Era fascista“ di Arturo Dazzi, posizionata in piazza Vittoria nel 1932 in occasione della visita in città di Benito Mussolini, e rimossa nel 1945, subito dopo la fine della guerra. Emblematica la statua, ma anche la sua assenza è diventata iconica, tanto che il ripristino del Bigio ha sempre creato un acceso dibattito. Il precedente Soprintendente aveva proposto al Comune di lavorare sull’esposizione temporanea nel giardino di Santa Giulia. "L’attuale (Luca Rinaldi, ndr) è contrario, per questo non ho più dato seguito a questa ipotesi", ha comunicato l’assessore alla Cultura e vicesindaco Laura Castelletti, rispondendo all’interrogazione presentata da Fratelli d’Italia, in Consiglio comunale, sulla stele di Paladino, che dal 2017 è posizionata al posto del Bigio. "Dal 2008 i diversi Soprintendenti – ha ricordato Castelletti – hanno sempre sostenuto che la statua “Era fascista“ deve tornare in piazza Vittoria. Nella lettera inviata a me e al sindaco il 23 novembre scorso dall’attuale Soprintendente, invece, si evidenzia la disponibilità a discutere alternative". Secondo Rinaldi, la rimozione nel dopo guerra "si deve ritenere storicizzata e dunque criticamente accettabile", se pur in subordine rispetto al ripristino. In tal caso, si dovrà comunque procedere allo smontaggio della fontana, per riposizionarla altrove. "Cogliamo l’invito a confrontarci per discutere le alternative prospettate", ha sottolineato Castelletti.

Federica Pacella