Sono 20mila i profughi arrivati in Lombardia

Di questi, 9.528 sono minori. Il dato, dall’invasione russa del 24 febbraio, è rilevato dalle Asst a cui i rifugiati si sono rivolti per la prima assistenza sanitaria

di Federica Pacella

Sono almeno 20mila i cittadini ucraini arrivati sul territorio lombardo dall’invasione russa del 24 febbraio: questi, 9.528 sono minori. Il dato arriva dalle Asst, a cui i profughi si sono rivolti per ricevere la prima assistenza sanitaria. "La sanità lombarda si sta impegnando per garantire le cure e le visite ai profughi in fuga dalla guerra. Ringrazio gli operatori sanitari sempre pronti a intervenire nelle emergenze", ha commentato l’assessore al Welfare e vicepresidente di Regione Letizia Moratti. Il numero probabilmente è al ribasso rispetto alle presenze reali, perché tra i nuovi arrivati non è escluso che qualcuno non si sia rivolto ancora ai centri allestiti dalle varie Asst. Tuttavia, al momento è probabilmente il più completo, visto che l’altro canale, quello delle registrazioni presso Questure e Comuni, ha tempi di elaborazione più lunghi. Dai dati delle Asst, emerge che il territorio dove sono arrivati più ucraini quello di Milano (4781 rilevati dalla Ats, 1532 under-18 di cui 66 non accompagnati), seguito a stretto giro da Brescia dove sono oltre 4mila le presenze, di cui la metà minori; 3506 sono invece nel territorio dell’Ats Insubria (1826 minori). Per quanto riguarda gli alloggi, la sistemazione presso le famiglie di parenti o amici continua è la soluzione per ora più diffusa (12.653). Se da una parte questo aspetto, inedito rispetto ad altre emergenze profughi, è positivo perché evita i disagi delle tendopoli, dall’altro lato pone dei problemi concreti. Chi ospita, ad oggi, non percepisce nessun compenso e questo porrà problemi di sostenibilità, tanto che Anci, raccogliendo le preoccupazioni dei Comuni, sta sollecitando il Governo a prevedere una sorta di bonus, come quello del Covid.

Secondo problema, inoltre, è che se la prima ondata di profughi è stata di persone che avevano degli appoggi in Lombardia, ora stanno arrivando ucraini che non hanno contatti, per cui si pone il problema di trovare chi è disposto ad accoglierli e di evitare situazioni spiacevoli: gli stessi volontari che fanno la spola tra Ucraina e Italia consigliano alle donne sole di cercare accoglienza nelle parrocchie, piuttosto che in casa di sconosciuti. Sia per intercettare chi non ha appoggi, che per dare accoglienza a chi è solo in transito, sarà necessario ampliare i posti di Cas e Sai. Per ora, nelle strutture prefettizie (Cas) sono accolti 197 persone, mentre 970 sono presso realtà del terzo settore. Sono 40, infine, i profughi in Covid hotel per la quarantena. Di ben 6774 persone non è stato, invece, identificato l’alloggio.