Siti contaminati, quasi mille bombe ecologiche

Secondo l’ultimo censimento sono aumentati: 60 in più negli ultimi due anni. Arpa: le bonifiche sono lunghe

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Non solo Siti di interesse nazionale: in Lombardia ci sono anche 973 i siti contaminati, in crescita negli ultimi anni. Secondo l’ultimo censimento di Agisco (anagrafe regionale dei siti contaminati) aggiornato al 31 dicembre 2020, i siti rilevati in Lombardia sono aumentati rispetto ai 949 della fotografia precedente (riferita al 30 settembre 2020), e ai 914 del 2019. A questi vanno aggiunti i 5 Sin lombardi (Brescia Caffaro, Sesto San Giovanni, Pioltello Rodano, Laghi di Mantova e Polo Chimico,Broni - ex Fibronit), il 12% dei 39 nazionali. A trainare la crescita sono soprattutto due province: quella di Milano, dove si contano ben 456 siti contaminati contro i 424 della precedente rilevazione, e Brescia, con 94 siti contaminati (erano 73 fino al 30 settembre 2020). Pesa l’avvio di cantieri per grandi infrastrutture, come quelli di Tav e autostrada della Val Trompia avviati nel Bresciano: l’escavazione sta portando alla luce la pesante eredità del passato industriale, quando scorie e rifiuti finivano venivano sotterrati senza regole e remore per danni a salute e ambiente. In calo, invece, i numeri di siti contaminati a Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Monza, Sondrio e Varese, mentre si registra una sostanziale stabilità a Mantova e Pavia. Secondo l’analisi di Arpa Lombardia, il numero complessivo dei siti contaminati non mostra un’apprezzabile variabilità negli anni. "Questo è presumibilmente dovuto a diversi elementi: i procedimenti di bonifica a volte richiedono parecchio tempo per concludersi e quindi i siti permangono nello stato ‘contaminato’; i procedimenti di bonifica subiscono evoluzioni nel loro complesso e a fronte di procedimenti che si concludono si verifica anche che altri nuovi vengono avviati". Positiva anche la crescita di siti bonificati: 2694 al 31 dicembre 2020, contro i 2620 di settembre. F.P.