Siccità, laghi e bacini idroelettrici ai minimi. "Gli agricoltori riducano i prelievi"

L’Autorità del Po chiede di limitare del 20% la quantità di acqua destinata a irrigare i campi Anche se le piogge hanno fatto crescere il livello del grande fiume, la situazione continua a essere grave

Effetto siccità: il livello delle acque del lago di Como si è abbassato

Effetto siccità: il livello delle acque del lago di Como si è abbassato

Brescia, 5 agosto 2022 - ​ Le precipitazioni degli ultimi giorni hanno portato un po’ di sollievo al fiume Po, che è tornato ai livelli minimi dall’inizio dell’estate, ma rimane critica la situazione nei grandi laghi alpini in Lombardia. "Quasi tutti sono prossimi al livello di minima regolazione. Ciò vuol dire che ciò che entra è pari a ciò che esce, e quindi non c’è la possibilità di regolare i laghi. Stessa cosa per gli invasi idroelettrici alpini, che hanno un riempimento del 30%". Questa la sintesi fatta da Andrea Colombo, funzionario dell’Autorità distrettuale del fiume Po, al termine della nuova riunione dell’Osservatorio dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – MiTE.

La questione siccità resta grave nell’area distrettuale del Po e più in generale nell’intera pianura Padana: se le ultime precipitazioni hanno consentito di far arretrare il cuneo salino (29-30 chilometri rispetto ai 36-40 di luglio), lo scenario resta sempre sotto costante stress idrico. Per quanto riguarda i laghi, Como e Iseo sono ai limiti di regolazione, mentre quello d’Idro risale alla quota di minimo invaso dopo il maxi prelievo in deroga di inizio luglio. I contributi maggiori che potrebbero sostenere la magra del Po arrivano, per la Lombardia, dal Ticino (in uscita dal lago Maggiore circa 114 m3/s), dall’Adda (in uscita dal lago di Como circa 116 m3/s) e dal Mincio (in uscita dal lago di Garda circa 33 m3/s l’1 agosto, 40 m3/s da ieri), mentre gli altri corsi d’acqua appenninici non apportano un significativo contributo. Queste portate sono, però, per la maggior parte derivate per finalità irrigue. Per questo, l’Osservatorio ha confermato le misure già previste anche nei precedenti incontri, chiedendo alle autorità concedenti (Regione, Province, agenzie regionali) di assumere provvedimenti per ridurre di almeno del 20% i prelievi irrigui giornalieri ad uso agricolo rispetto alla media della scorsa settimana.

"Questa soluzione – spiega Colombo - servirebbe ad aumentare i deflussi sull’asta del Po e degli affluenti che maggiormente ne sostengono la magra, che sono Dora Baltea, Ticino, Adda, Oglio, Mincio.

Altra misura prevista è l’interruzione delle deroghe al deflusso minimo vitale per tutte le derivazioni irrigue, a meno che non siano funzionali a colture permanenti o di particolare pregio". L’unico modo per riuscire a salvare l’agricoltura e nello stesso tempo garantire la sopravvivenza dei laghi lombardi sottoposti in queste settimane a una durissima prova.