Siccità, caos anche sulle misure: "Ognuno pensa al proprio orticello"

È il quadro poco edificante che emerge dall’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del fiume Po: ieri la riunione per fare il punto sugli effetti dei provvedimenti

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di Federica Pacella

"Ognuno pensa al proprio orticello". Nel dramma della siccità, è un quadro poco edificante quello che emerge dall’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del fiume Po, che si è riunito ieri per fare il punto sugli effetti dei provvedimenti assunti nella riunione del 20 giugno, quando era stato raccomandato un taglio del 20% dei prelievi ad uso irriguo, in modo che al Po arrivasse più acqua dei laghi lombardi. In realtà, nonostante la decisione fosse stata condivisa da Regioni e portatori di interesse dei diversi settori, i prelievi non sono stati effettuati nella misura del 20% sull’acqua disponibile, come stabilito, ma addirittura aumentati del 10%. Al 23 giugno, ad esempio, il deflusso totale dei laghi era di 446 m3s (138 dal lago Maggiore, 163,5 da Como, 53,9 dal lago d’Iseo, 20,5 da Idro, 70 dal Garda), ma al Po sono arrivati solo 160 m3s, mentre se le derivazioni fossero state all’80% sarebbero dovuti entrare oltre 220 m3s. Se le derivazioni fossero state al 100%, nel fiume sarebbero dovuti arrivare più di 160 m3s, segno che qualcuno ha trattenuto qualcosa in più per irrigare i campi: troppi gli enti e troppe le competenze sull’acqua, ma alla fine il danno è per tutti.

"A cosa serve prendere decisioni, organizzare e coordinare incontri utili con tutti i portatori di interesse, fare ricerche approfondite che costano lavoro ed impegno agli staff tecnici, se nessuno prende i provvedimenti amministrativi più adeguati e mette in pratica le decisioni prese aumentando, nei numeri, il prelievo ognuno badando così esclusivamente al proprio interesse ed orticello?", ha commentato il Segretario Generale di ADBPo-MiTE Meuccio Berselli. Attualmente il contributo esclusivo di risorsa idrica ai livelli attuali del Po è garantito solo dall’approvvigionamento dei corsi d’acqua Adda, Ticino, Dora e Mincio alimentati dai grandi laghi tra i quali il Maggiore, che si è riportato in quota, oltre al Garda, che già beneficiava di un buon quantitativo invasato. Grazie alla pioggia delle ultime 24 ore, è per ora scongiurato (o solo rimandato di 10 giorni) lo stop totale al prelievo per usi irrigui. Ma resta il grosso deficit d’acqua: se fossero state rispettate le indicazioni di lunedì scorso, con le piogge di martedì si sarebbe raggiunto un livello tale (circa 300 mcs alla foce a Pontelagoscuro nel Ferrarese) da sollevare le necessità fino a luglio inoltrato, riducendo così concretamente l’ingresso delle acque salmastre, arrivate ad oltre 30 km dalla costa adriatica nel ferrarese e rodigino, ed evitando potenziali danni irreversibili ad agricoltura locale, habitat e biodiversità.