Siccità, effetto domino in pianura: l’acqua scompare nel sottosuolo

Il Consorzio di bonifica Oglio-Mella: i canali hanno registrato perdite per percolazione mai così importanti

Continua la siccità

Continua la siccità

Brescia, 12 giugno 2022 - Non bastavano le riserve idriche dimezzate: ora gli agricoltori si trovano anche di fronte a fenomeni inediti, come l’acqua che scompare nel sottosuolo. A registrarlo è il Consorzio di bonifica Oglio-Mella che, in occasione dei 100 anni della bonifica Biscio Chioda Prandona, ha fatto il punto sulla questione acqua. Oltre a fare i conti riserve inferiori rispetto a un periodo già difficile come quello del primo ventennio del 2000 (manca il 57% di riserve idriche, secondo l’ultimo aggiornamento di Arpa), quest’anno, i molti canali irrigui con alveo naturale in terra hanno registrato perdite di percorso per percolazione di livelli mai conosciuti prima. La lunghezza dei canali anche di oltre 24 chilometri, i terreni particolarmente permeabili come quelli dell’alta pianura bresciana con un grado di umidità ai minimi stagionali, oltre all’abbassamento della falda (per la mancanza di pioggia) hanno concorso a veder letteralmente scomparire nel suolo una quota particolarmente rilevante dell’acqua immessa nelle rogge principali.

"Non è più rinviabile un piano d’azione di largo respiro, e i consorzi di bonifica – commenta Gladys Lucchelli, commissario regionale del Consorzio, a capo anche di Anbi Lombardia, l’associazione che riunisce i consorzi – in questo senso stanno da tempo investendo risorse, conoscenze e professionalità". La situazione è drammatica ovunque. Secondo l’ Osservatorio sugli utilizzi idrici del Po, nel Bacino Padano il fabbisogno d’acqua è alto ma tutte le disponibilità sono in esaurimento: la situazione è di crisi, "con valori mai visti da 70 anni". Per salvaguardare l’habitat lungo l’alveo e nei rami secondari e per alimentare i canali di approvvigionamento della Romagna e dell’Emilia orientale, nelle scorse settimane era arrivata, dall’Autorità di bacino distrettuale, la proposta di rilasciare acqua del Garda verso il Po. Una proposta che aveva ricevuto subito il “no“ del Garda ("Il lago non è un serbatoio da riempire in inverno e svuotare in estate a esclusivo vantaggio degli interessi e degli utilizzatori di valle", aveva replicato il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa), ma che ha visto anche il fronte compatto dei consorzi mantovani che sono “nel mezzo“. Secondo le proiezioni del Consorzi Territori del Mincio, che lunedì ha incontrato i rappresentanti degli agricoltori insieme agli altri due consorzi dell’Alta pianura, un prelievo dal Garda di 20-30 mc/s sarebbe insignificante, visto che quando il Po è in secca ne servirebbero 500: una ‘goccia nel mare’, secondo i mantovani, che toglierebbe risorse preziose, invece, al loro territorio.